Il progetto - Gruppo Inanellamento Limicoli (GIL, Napoli)

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Il progetto

Ricerche concluse > Migrazione autunnale Tordo

TORDO BOTTACCIO: STUDIO DELLA MIGRAZIONE AUTUNNALE IN CAMPANIA


Sergio Scebba

PREMESSA

L'articolo 10 della Legge sulla Caccia n.157 dell'11 Febbraio 1992, relativo ai piani faunistico-venatori, prevede la regolamentazione del prelievo venatorio e la gestione programmata della caccia.
Per quanto riguarda le quattro specie di Turdidi inserite tra le specie cacciabili (Tordo bottaccio, Tordo sassello, Merlo e Cesena), attualmente nel nostro paese non sono disponibili informazioni neanche approssimative sul loro prelievo venatorio, nonostante costituiscano una parte molto importante del carniere dei cacciatori italiani; inoltre, i dati sulla composizione delle popolazioni in classi d'età durante la migrazione autunnale e nel successivo svernamento sono pochissimi. Va ancora precisato che in uno studio effettuato da personale dell'Istituto Nazionale Fauna Selvatica (Andreotti et al. 1999) sono state rimarcate le scarse conoscenze delle rotte migratorie e delle popolazioni di Tordo bottaccio che attraversano le regioni dell'Italia meridionale dovute anche alla ridotta attività d'inanellamento espletata in quest'area.
Un'analisi di 39 ritrovamenti in Campania di Tordi bottacci inanellati, archiviati nella banca-dati del Gruppo Inanellamento Limicoli (G.I.L., Napoli), ha messo in evidenza che erano stati inanellati in Italia settentrionale (6), Ungheria (6), Finlandia (5), Russia (3), Cecoslovacchia (3), Svizzera (3), Polonia (3), Germania (2), Francia (2), Svezia (1), Bielorussia (1), Danimarca (1), Austria (1), Slovenia (1) e Tunisia (1). Ciò sembrerebbe indicare una particolare situazione caratterizzata dalla presenza contemporanea di più popolazioni, originarie di regioni differenti, anche se con una preponderanza di movimenti migratori provenienti dall'Europa centro-orientale. Comunque la mancanza di attività d'inanellamento in vaste aree quali Ucraina, Russia centro-meridionale, Balcani, non consente di identificare i fortissimi movimenti migratori che interessano largamente l'Italia centrale e meridionale.
In Italia meridionale il Tordo bottaccio è un migratore autunnale comune, molto frequente lungo tutta la fascia costiera e nelle isole. I primi individui sono presenti già dalla seconda metà di Settembre, anche se la migrazione va dall'inizio di Ottobre alla fine di Novembre. Molti rimangono a svernare fino a Febbraio, per lo più in zone collinari con ampi uliveti, mentre le presenze in pianura sono più ridotte per il tipo di agricoltura praticata e per la conseguente eliminazione di siepi e macchie utilizzate come rifugio e per l'alimentazione. La grande difficoltà che incontrano i cacciatori a reperire legalmente i richiami vivi consentiti dalla Legge, ha spinto molte persone (per lo più braccianti agricoli e disoccupati, ma anche bracconieri senza scrupoli) a dedicarsi ad una particolare forma di bracconaggio rivolta essenzialmente alla cattura dei Tordi durante la migrazione autunnale. La scarsa sorveglianza notturna effettuata dagli agenti di vigilanza, unitamente alla riduzione delle disponibilità finanziarie da parte degli Enti preposti ed all'ampiezza del territorio, ha praticamente reso incontrollabile questo fenomeno.
Da quanto suesposto risulta evidente la necessità di effettuare dei monitoraggi costanti su queste specie sottoposte, tra l'altro, ad un forte prelievo venatorio.

SCOPI DELLA RICERCA

Il Gruppo Inanellamento Limicoli conduce già da alcuni anni ricerche sulla migrazione del Tordo bottaccio in Campania ed in particolare nella provincia di Caserta (Scebba e Moschetti 2000); attraverso campagne di inanellamento è stato fin'ora possibile inanellare oltre 2000 individui.
Il monitoraggio dei flussi migratori attraverso una costante attività di cattura consente di affrontare studi più esaustivi di dinamica di popolazione; in pratica questa ricerca si propone di monitorare i flussi migratori del Tordo bottaccio in modo da ricavare dei trends attendibili dal punto di vista scientifico sulle variazioni di densità delle varie popolazioni migranti, valutare i periodi di migrazione, tentare di stabilire l'esistenza di differenze nei tempi di migrazione relativamente alle classi d'età (distribuzione temporale). Le variazioni interannuali del rapporto giovani/adulti rispecchiano eventuali variazioni nel successo riproduttivo, per cui risulta particolarmente utile avviare dei programmi di ricerca tesi a stabilire nel corso degli anni la percentuale di giovani presenti rispetto agli adulti, accertare eventuali fluttuazioni delle popolazioni indagate e quindi conoscere l'impatto della caccia.
Altri scopi della ricerca sono :
- analisi delle condizioni fisiche e delle riserve di grasso accumulate, stima dell'autonomia potenziale di volo degli individui catturati;
- importanza delle aree costiere quali aree di passaggio e sosta per gli uccelli migratori.
- individuazione dell'origine geografica delle diverse popolazioni che migrano attraverso l'Italia meridionale.
Un progetto di ricerca su questa specie può quindi contribuire enormemente alla raccolta di informazioni precise e dettagliate sulla dinamica delle popolazioni che attraversano le nostre regioni e quindi procedere ad una loro gestione razionale in termini quantitativi e qualitativi.

AREA DI STUDIO

L'area di studio prescelta per la ricerca è costituita dal litorale domitio, un tratto di costa che si estende tra la foce del Volturno e la foce del Lago Patria, localizzato nel comune di Castel Volturno in provincia di Caserta (Tavoletta I.G.M. 171 II SE). Quest'area, per la vicinanza del mare e per la presenza in alcuni tratti di una fascia dunale caratterizzata da una rigogliosa macchia mediterranea formata da un intrico di mirto Myrtus communis
, ginepro Juniperus communis, lentisco Pistacia lentiscus, smilace Smilax aspera, rosmarino Rosmarinus officinalis, ecc., rappresenta un favorevole punto di passaggio di numerosi migratori (Scebba 1993).

ARTICOLAZIONE DELLA RICERCA E PERIODO DI STUDIO

Il progetto viene svolto approssimativamente dal 10 Ottobre al 10 Novembre, arco di tempo in cui, secondo la letteratura esistente, si sviluppa la migrazione autunnale. Vengono quindi effettuate un numero minimo di trenta uscite in campo per stagione per un periodo di tre anni.

METODOLOGIE

L'inanellamento degli uccelli, tra le varie metodiche utilizzate per studi sull'avifauna, rappresenta quella di più comune impiego, in quanto offre un utile mezzo per monitorare i flussi migratori e verificare l'entità della presenza delle diverse specie nel corso della migrazione. La ricerca sarà quindi basata su un'intensa attività di cattura, tesa ad inanellare il maggior numero di individui.
La metodologia di cattura é standardizzata utilizzando per tutto il periodo della migrazione autunnale un transetto di reti verticali tipo mist-nets a 4 sacche orizzontali, di 20 m di lunghezza ed alte 3 metri con maglia da 24 mm, in numero e dimensioni costanti, per uno sviluppo complessivo di circa 200 m, collocate secondo un orientamento fisso per un tempo costante.
Dopo la cattura, gli uccelli sono posti in sacchetti di tela per evitare che possano ferirsi e quindi subito inanellati con anelli dell'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (Bologna-Italia) in materiale alloy, applicati al tarso. Su tutti gli individui catturati sono rilevate di routine alcune misure biometriche secondo le indicazioni fornite dal Manuale per l'inanellamento degli uccelli a scopo di studio, edito dall'Istituto Nazionale della Fauna Selvatica: lunghezza dell'ala, misurata secondo il metodo della corda massima, con approssimazione di 0,5 mm (Svensson 1992); lunghezza della III remigante primaria con approssimazione di 0,5 mm (Berthold & Friedrich 1979); lunghezza del tarso, misurata con un calibro, con approssimazione di 0,1 mm. Il peso verrà controllato mediante una bilancina elettronica. L'età viene determinata in base al disegno e alla colorazione delle copritrici secondarie dell'ala, osservando le differenze tra quelle interne mutate e quelle esterne non mutate (Svensson 1992); la muta delle penne del corpo è registrata usando una scala da 0 (assente) a 2 (più di 20 penne in crescita).
Inanellamento, identificazione dell'età e raccolta delle misure biometriche sono effettuati da inanellatori esperti. L'intera procedura durerà circa 60-120 secondi per ogni uccello e tutta l'operazione non richiede più di un'ora, tempo massimo entro il quale tutti gli uccelli catturati vengono di nuovo liberati. I controlli sono effettuati ad intervalli regolari di un'ora per tutto il periodo in cui le reti rimangono montate.
L'analisi delle catture-ricatture e dell'indice di flusso (numero di uccelli inanellati per superficie di reti moltiplicato per ore di cattura) per un periodo sufficientemente lungo, consente lo studio della dinamica di popolazione di alcune specie, oltre che di stimare l'entità delle presenze nell'area.
Sono inoltre rilevati i dati climatici, quali pressione atmosferica, umidità relativa, temperatura, copertura del cielo, piovosità, intensità del vento. Tutti i dati raccolti sono quindi riportati su schede prestampate e successivamente archiviati in un Data-base utilizzando il programma "Nisoria 2000" fornito dall'INFS.

ENTE COMMITTENTE DELLA RICERCA

Comitato di Gestione Ambito Territoriale di Caccia della Provincia di Caserta
C/so Trieste 14, palazzo Fimiani, 81100 CASERTA
Tel.0823.247615     E-mail: atcprovinciacaserta@virgilio.it

BIBLIOGRAFIA

Andreotti, A., Bendini, L., Piacentini, D. & Spina, F. (1999) The role of Italy within the Song Thrush (Turdus philomelos
) migratory system analysed on the basis of ringing-recovery data. Vogelwarte 29: 33-44.
Berthold, P. & Friedrich, W. (1979) Die Federlänge: Ein neues nützliches Flügelmass. Vogelwarte
30: 11-21.
Scebba, S. (1993) Gli Uccelli della Campania.
Ed. Esselibri, Napoli.
Scebba, S. e Moschetti, G. (2000) Biometria e rapporto giovani/adulti nel Tordo bottaccio Turdus philomelos
: analisi preliminare della migrazione autunnale in Campania. Ucc. d'Italia 25: 18-24.
Svensson, L. (1992) Identification guide to European passerines.
Stockholm.

 
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