Menu principale:
Il secondo anno della ricerca promossa dall’ATC Salerno 1 sulla migrazione prenuziale del Tordo
In considerazione dei risultati ottenuti nel primo anno d’indagine e per l’interessamento del Presidente della Federcaccia di Salerno, il Comitato di Gestione dell’ATC Salerno 1 ha deciso di proseguire la ricerca al fine di ottenere un trend pluriennale sui movimenti del Tordo bottaccio non condizionato da fluttuazioni annuali e di determinare anche per la Campania la reale data d’inizio della migrazione primaverile. Va infatti ricordato che dal 2012 un programma di ricerca con queste finalità viene condotto in Umbria per conto della Regione Umbria e dell’Ucim (Unione Cacciatori Italiani Migratoristi) ed in Calabria mediante una rete di stazioni di inanellamento realizzate dalla Federazione italiana della Caccia di questa regione; inoltre la nostra associazione, in collaborazione con l’Ufficio Avifauna Migratoria della Federazione italiana della Caccia, sta portando avanti questa indagine anche nel Lazio dal 2012 ed in Puglia dal 2011.
L’area individuata per il secondo anno di studio in provincia di Salerno si trova ad una quota inferiore rispetto a quella dell’anno precedente ed è interessata da un flusso migratorio che, provenendo dal litorale salernitano, attraversa la Piana del Sele proseguendo lungo la valle del fiume Tusciano fino a raggiungere il Parco Regionale dei Monti Picentini. In particolare è stato individuato un sito nel comune di Battipaglia, a circa 12 km dalla linea di costa del golfo di Salerno, che per la sua posizione geografica è interessato da movimenti migratori sia postriproduttivi che prenuziali ed è caratterizzato da numerosi appezzamenti coltivati a oliveto delimitati da bosco ceduo con ampi tratti di gariga e boscaglia.
Come l’anno passato l’attività di ricerca è stata condotta mediante una metodologia di cattura standardizzata: per l’intero periodo di studio il monitoraggio è stato effettuato utilizzando un transetto di reti verticali per uno sviluppo complessivo di 115 metri, montate sempre secondo la stessa disposizione ed orientamento e lo sforzo di cattura si è articolato in otto sessioni per decade, di cui quattro nel pomeriggio/tramonto fino a buio e quattro dall’alba fino a mattina inoltrata, iniziando nella seconda decade di gennaio e terminando nella seconda di marzo, per un totale di 56 sessioni di cattura.
L’attività di cattura ha evidenziato un andamento delle presenze nell’area analogo a quello dello scorso anno con un ridotto numero di individui inanellati nel mese di gennaio; dalla terza decade di febbraio si è registrato un incremento delle catture, rimasto sostanzialmente costante anche nelle due decadi di marzo, caratterizzato anche da un aumento del peso medio dei soggetti inanellati che indica la disponibilità di abbondante grasso sottocutaneo da utilizzare come carburante nel corso della migrazione. Va inoltre precisato che nella prima e nella seconda decade di febbraio sono stati riscontrati i pesi medi più bassi e che la maggior parte dei soggetti catturati mostrava riserve di grasso molto ridotte o addirittura assenti, condizione non idonea per intraprendere la migrazione verso le aree di nidificazione. Benché il monitoraggio si sia concluso il 16 marzo, in accordo con l’obiettivo della ricerca, l’andamento delle catture fa ritenere che la migrazione di questa specie continui anche oltre tale data.
Pertanto, a conferma di quanto già emerso dall’indagine condotta nello scorso anno, sia nel salernitano che nelle Stazioni di cattura in provincia di Latina e di Lecce, i dati raccolti suggeriscono che la migrazione primaverile nell’Italia centro-