Resoconto autunno 2004 - Gruppo Inanellamento Limicoli (GIL, Napoli)

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Resoconto autunno 2004

Ricerche concluse > Osservatorio Roccolo Ganda

MONITORAGGIO DELLA MIGRAZIONE AUTUNNALE NELL'OSSERVATORIO ORNITOLOGICO "DANIELE ANESA",
ROCCOLO GANDA - AVIATICO (BERGAMO)


Resoconto dell'attività
27 agosto - 27 novembre 2004



Sergio Scebba


Realizzazione dell'iniziativa

U.O. Pianif. Faunistica e Venatoria Regione Lombardia

Progetto

Gruppo Inanellamento Limicoli (G.I.L., Napoli)

Responsabile

Dr. Sergio SCEBBA, Dottore in Medicina e Chirurgia
Studio e Gestione dell'Ambiente Naturale
Viale Augusto 62  -  80125 NAPOLI
E-mail: serscebba@katamail.com

Collaborazione

Dr. Giuseppe LA GIOIA, Biologo, Dottorato in Ecologia ed Ornitologo
Or.Me. - Associazione per l'Ornitologia e la Gestione Ambientale
Via Cap. Ramirez 89 - 73029 Vernole LE - ormepuglia@libero.it

Partecipanti

Cristian ANESA (Italia), Dean BACKHOUSE (Gran Bretagna), Susan BRUNELL (Gran Bretagna), John GLAZEBROOK (Gran Bretagna), Bruce HALLS (Gran Bretagna), Kent HIDAY (Stati Uniti), Amy KAEHN (Stati Uniti), Richard LIVINGTON (Gran Bretagna), Gabor LOVEI (Ungheria), Alan MILLER (Gran Bretagna), Pam NEIMAN (Stati Uniti), Paul NEWTON (Gran Bretagna), Angelo POLI (Italia), Nicole RODNEY (Stati Uniti), Ashish SRIVASTAVA (India), Viviana SABBIONI (Italia), Daniela SCEBBA (Italia), Jelena TELEGINA (Lituania), Olena TRYASKO (Ucraina), Alessio USAI (Italia), Anna VANNUCCHI (Italia), Rodney WEST (Gran Bretagna), Natalino XUEREB (Malta)





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Abbiamo cercato di mantenere ancora vivo il tuo Roccolo, anche se limitati da altoparlanti, CD, reti mist-nets e pali di bambù. Ma ci sei mancato: sono mancati i tuoi consigli, la tua esperienza e la tua passione, soprattutto ci sei mancato tu con il tuo sorriso e la tua amicizia.
Ed il Roccolo non è stato più lo stesso.



PREMESSA

Dal 1991 al 2002 l'Osservatorio Ornitologico "Roccolo Ganda" (Aviatico-Bergamo) ha svolto un'importante attività di ricerca tesa a studiare la migrazione degli uccelli nelle Prealpi lombarde. Lo studio si è concentrato essenzialmente sulla migrazione autunnale, che è la più intensa, e, soltanto nel marzo 1992 anche su quella primaverile. Tale attività ha portato alla cattura di 97.369 uccelli, di cui sono stati rilevati dati biometrici, età, sesso e peso; circa il 15% è stato anche marcato individualmente tramite l'apposizione alla zampa di anello I.N.F.S. All'attività dell'Osservatorio hanno partecipato ospiti provenienti da numerosi paesi europei ed extraeuropei, ornitologi italiani e stranieri, nonché studenti dell'Università di Milano e di Napoli.
Tutti i dati raccolti sono stati riportati su schede prestampate e poi archiviati nella banca-dati del Gruppo Inanellamento Limicoli. L'analisi di queste informazioni può concorrere a chiarire molti degli interrogativi relativi alla migrazione che avviene attraverso le Prealpi lombarde: in particolare è possibile calcolare l'autonomia e la durata del volo, valutare, anno dopo anno, le variazioni di densità delle popolazioni, stabilire eventuali differenze nei tempi di migrazione relativamente all'età ed al sesso, determinare la composizione in classi d'età (rapporto giovani/adulti) e di sesso, individuare le aree dove si concentrano e che quindi è importante salvaguardare.
La possibilità di condurre queste ricerche la si deve al lavoro inestimabile effettuato dal proprietario dell'impianto, l'Architetto Daniele Anesa, che è riuscito a creare una struttura che costituisce un esempio eccezionale di stazione ornitologica per lo studio delle migrazioni. Purtroppo, in seguito alla sua prematura scomparsa, l'Osservatorio non ha funzionato nell'autunno del 2003 e la sua assenza potrebbe determinare la definitiva chiusura di ogni attività; verrebbe quindi meno la possibilità di far conoscere uno dei più importanti ed antichi Roccoli della Lombardia, oltre naturalmente a causare una grave perdita per la ricerca scientifica. Pertanto, il Gruppo Inanellamento Limicoli, Associazione culturale di volontariato senza fini di lucro impegnata in attività di ricerca sull'avifauna selvatica, per non disperdere questo patrimonio e per assicurare una continuità alle ricerche avviate, si propone di gestire l'impianto per quanto riguarda l'attività scientifica e di costituire l'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa".
In questa relazione vengono riportati i risultati relativi all'attività svolta nell'autunno 2004 quale primo contributo conoscitivo della migrazione autunnale in provincia di Bergamo.





OBIETTIVI DELLO STUDIO

Lo scopo di questo studio è il monitoraggio dei flussi migratori post-riproduttivi e l'esame di una serie di aspetti legati alla migrazione. Le catture effettuate permetteranno di ricavare dei trends attendibili dal punto di vista scientifico sulle variazioni di densità delle popolazioni migranti e di confrontarli, là dove possibile, con quelli accertati in altre stazioni d'inanellamento della Lombardia e più in generale dell'Italia settentrionale; sarà inoltre possibile:
1 - definire gli andamenti stagionali delle diverse specie di migratori e studiare gli andamenti migratori giornalieri per definire la strategia usata (se di tipo "non-stop" o di tipo intermittente);
2 - caratterizzare biometricamente le popolazioni migranti;
3 - valutare la composizione delle popolazioni migranti per classi di sesso ed età per accertare eventuali fluttuazioni e valutare l'esistenza di differenze nei tempi di migrazione dei giovani e degli adulti (distribuzione temporale);
4 - studiare la dinamica di popolazione e stimare l'entità dei flussi nell'area attraverso l'analisi dell'indice di flusso (numero uccelli inanellati per superficie reti moltiplicato per ore cattura);
5 - indagare sull'origine geografica delle popolazioni che migrano attraverso le Prealpi lombarde;
6 - esaminare le condizioni fisiche e le riserve di grasso degli individui catturati per calcolare l'autonomia potenziale di volo;
7 - accertare i tassi di sopravvivenza e la fedeltà all'area di sosta (sulla base delle ricatture in anni successivi a quello dell'inanellamento);
8 - confrontare la qualità delle catture effettuate mediante reti mist-nets e richiami acustici con i dati raccolti negli anni in cui sono state utilizzate reti a tramaglio e richiami vivi;
9 - identificare i principali problemi incontrati dalle specie migratrici, in termini di qualità di habitat e di disponibilità alimentari, con particolare riguardo agli aspetti conservazionistici ed alla gestione dell'avifauna selvatica.

Altri aspetti del progetto
Sulla base di eventuali collaborazioni con altri Istituti scientifici sarà possibile avviare ulteriori ricerche, quali:
- monitoraggio della presenza di radionuclidi nel Tordo bottaccio (Turdus philomelos
);
- presenza di acari nel piumaggio di avifauna migratrice (Turdidi e Fringillidi in particolare, eventuali altre specie da individuare successivamente);
- presenza di metalli pesanti nel piumaggio;
- presenza di composti cloro-organici (da pesticidi) nei tessuti muscolare, osseo, ecc.;
- analisi di evidenti forme tumorali che possano colpire l'avifauna in generale.
- monitoraggio della presenza di parassiti ematici nei Turdidi.



AREA DI STUDIO

L'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa" si trova in località Ganda (45°47'N 09°48'E) nel comune di Aviatico, provincia di Bergamo, ad un'altezza di 1034 metri sul livello del mare. L'impianto, situato nel distretto geobotanico prealpino delle Alpi Orobie, è collocato a ridosso della linea di spartiacque che separa la Valle Seriana dalla Valle Brembana, ed è posizionato in prossimità del limite superiore del bosco, in modo tale da creare un continuum con la vegetazione circostante. Infatti il Roccolo ha una sua composizione vegetazionale tipica che ben si associa con l'habitat naturale. L'area è caratterizzata da un suolo di tipo argilloso, con piccoli affioramenti di roccia calcarea, che favorisce la crescita e lo sviluppo delle piante tipiche di questa fascia vegetazionale.



La Valle Seriana vista dall'Osservatorio Ornitologico


Il bosco si presenta come una associazione tra Querce e Faggio, dove il Faggio Fagus sylvatica è l'essenza dominante. Associate a questa pianta sono il Carpino bianco Carpinus betulus e il Frassino Fraxinus excelsior. A quote più basse, la composizione vegetazionale arborea subisce una mescolanza con altre specie quali Castagno Castanea sativa, Farnia Quercus robur e Rovere Quercus petraea. Tale distribuzione altitudinale rispecchia, in linee generali, i limiti superiore ed inferiore dei rispettivi piani, basale e montano, delle fasce vegetazionali alpine e prealpine. Ai margini del bosco, ma anche nelle parti interne, sono presenti ed abbondanti essenze da frutto e da bacca. Il Sambuco Sambucus nigra e l'Agrifoglio Ilex aquifolium sono tra le piante più frequenti e dominanti nel sottobosco della faggeta; esse sono presenti nelle forme arbustive ed arboree insieme a cespugli di Rovo Rubus fruticosus, a piante di Sorbo montano Sorbus aria ed a formazioni rampicanti di Edera Hedera helix. La presenza delle attività antropiche ha dato forma e composizione alla vegetazione boschiva: sulle vette circostanti sono presenti dei rimboschimenti ad Abete (Abete rosso Picea excelsa) e non manca una certa diversità arborea nei dintorni delle abitazioni che concorre ad incrementarne la diversità (soprattutto piante quali Noce Juglans regia, Nocciolo Corylus avellana e Alloro Laurus nobilis); inoltre, laddove viene ancora praticato il pascolo di ovini e bovini, si ha la formazione di praterie. Il lento abbandono della pratica dell'alpeggio in questo territorio sta portando alla scomparsa dei pascoli alpini a bassa quota a vantaggio di aggruppamenti forestali mesofili di caducifoglie.





La composizione vegetazionale del Roccolo si discosta poco da quella del bosco. L'essenza dominante è il Carpino bianco che, insieme col Faggio, costituisce l'impalcatura su cui si regge l'intero impianto; queste piante ben si prestano al taglio e al modellamento secondo le esigenze culturali e tradizionali di gestione di tali strutture, formando i corridoi in cui correranno le reti per la cattura degli uccelli. Le altre piante presenti, che si sviluppano in forma arborea, sono tipiche essenze da bacca. La più caratteristica è il Sorbo degli Uccellatori Sorbus aucuparia
con frutti che nella stagione autunnale si presentano di colore rosso, portati in dense infruttescenze a corimbo.
Le altre essenze sono: l'Agrifoglio con foglie sempreverdi e frutti di colore rosso vivace alla maturità, il Biancospino Crataegus oxyacanta
con frutti che sono piccole drupe di colore rosso, il Ginepro comune Juniperus communis con piccoli frutti di colore nero-bluastro, il Sambuco con frutti, piccole drupe nere lucenti, portati in grandi ombrelle apicali riflesse verso il basso per il peso, il Sorbo montano e il Sorbo comune Sorbus domestica con frutti maturi di colore rosso. I frutti di queste piante sono di fondamentale importanza per gli uccelli costituendo una fonte alimentare per l'avifauna stanziale e migratoria. L'utilizzo di queste essenze, all'interno dell'impianto di cattura, ha anche la funzione di "esca", gli uccelli vengono così attirati dalla abbondanza di frutti presenti sulle chiome delle piante e rimangono intrappolati nelle reti. La presenza di queste piante è riscontrata anche all'interno del bosco e nelle immediate vicinanze del Roccolo dovuta alla dispersione dei semi trasportati dagli uccelli.




Sorbo degli Uccellatori Sorbus aucuparia


La composizione vegetazionale qui descritta riflette le condizioni climatiche che si presentano in quest'area. Inoltre, data la conformazione geografica della valle e la presenza del fiume Serio che scorre sul fondo della stessa, si vengono a creare ulteriori microclimi che influenzano la disposizione delle varie comunità vegetali. Il bosco che si estende avanti al Roccolo è posizionato tra due versanti montuosi che ne limitano il periodo di esposizione alla luce e lo proteggono dai forti venti. Si instaura, in tal modo, un microclima che favorisce la crescita di piante tipicamente mesofile cioè che non sopportano in misura eccessiva né il freddo né il caldo, né l'umidità né la secchezza, né l'ombra né la luce, e il Faggio ne è l'esponente principale in quest'area.
Le condizioni climatiche della zona sono riconducibili a una forma di transizione tra il clima continentale, tipico della pianura padana e quello di tipo alpino; il clima anemologico è influenzato dalle stagioni e con direzione preferenziale di scorrimento del vento lungo l'asse NE-SO dovuto alle caratteristiche orografiche locali. Le stagioni più ventose sono la primavera e l'estate. I casi di calme di vento risultano pari al 35-40 % in primavera - estate e compresi tra il 53 % (autunno) e il 60% (inverno) nelle altre stagioni. Nel periodo compreso tra gli inizi di settembre e la fine di novembre, periodo in cui viene compiuto tale studio, il clima del luogo è stato caratterizzato da umidità media giornaliera variabile (con massimi di circa 80% e minimi di 20%) e da temperature medie mensili che tendono a diminuire lentamente, passando da un massimo giornaliero di 18°C registrati all'inizio del periodo di cattura, fine di agosto, ad un minimo giornaliero di 2°C registrato alla fine di novembre. Le temperature medie giornaliere sono inoltre influenzate dalla escursione termica che si registra tra le ore più calde del giorno e quelle più fredde della notte, ma non sono stati registrati forti sbalzi di temperatura. Tale andamento è stato accompagnato da piogge frequenti, soprattutto nel mese di ottobre, raramente di forte intensità e con rare grandinate e nevicate.



METODOLOGIE

La cattura e l'inanellamento degli uccelli, tra le varie metodiche utilizzate per studi sull'avifauna, rappresenta quella di più comune impiego, in quanto offre un utile mezzo per monitorare i flussi migratori e verificare l'entità della presenza delle diverse specie nel corso della migrazione. La cattura permette di effettuare un esame ravvicinato di ciascun individuo e quindi di rilevare una serie di dati, quali età, sesso, biometria, muta, peso, accumuli di grasso, nonché qualsiasi altra caratteristica si ritenga necessaria. Inoltre questa metodica, mediante l'apposizione di un anello numerato in maniera univoca, consente di conoscere in caso di ritrovamento, la località esatta in cui l'uccello è stato preso per la prima volta ed il tempo trascorso dal momento del suo inanellamento. Queste informazioni consentono di determinare le rotte seguite dai migratori e di analizzarne la distribuzione geografica e temporale, di individuare le aree di nidificazione e di svernamento delle diverse popolazioni, di studiare le correlazioni che esistono tra la migrazione e le condizioni del tempo (passaggi di aria fredda, influenza della velocità del vento e della direzione, pressione barometrica, inverni con ondate di freddo particolarmente intenso) e di valutare il diverso comportamento dei giovani e degli adulti.



Inanellamento di un Tordo bottaccio con anelli in alloy dell'Istituto Nazionale Fauna Selvatica


Il monitoraggio della migrazione autunnale è stato quindi basato su una costante e standardizzata attività di cattura e inanellamento: per tutto il periodo della migrazione la metodologia di cattura è stata standardizzata mediante l'utilizzo di reti verticali tipo mist-nets di lunghezza variabile (7-20 m) con maglia da 22 mm, in numero e dimensioni costanti, collocate secondo un orientamento fisso in modo da sostituire le reti a tramaglio impiegate negli anni precedenti, per uno sviluppo complessivo di circa 300 m, ed impiegando, previa autorizzazione dell'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (Bologna-Italia), dei richiami acustici elettrici (due lettori CD forniti di altoparlanti da 50 W) che ripetevano il canto ed alcuni versi di richiamo delle specie più rappresentative (Tordo bottaccio Turdus philomelos, Tordo sassello Turdus iliacus, Cesena Turdus pilaris, Fringuello Fringilla coelebs, Peppola Fringilla montifringilla, Capinera Sylvia atricapilla e Prispolone Anthus trivialis). Il raggio d'azione dei richiami acustici può essere valutato in circa 300/400 metri, a seconda delle condizioni del vento e delle ore della giornata.
Dopo la cattura, gli uccelli sono stati posti in sacchetti di tela per evitare che potessero ferirsi e quindi subito inanellati con anelli dell'Istituto Nazionale Fauna Selvatica applicati al tarso. Su tutti gli uccelli catturati è stata identificata l'età ed il sesso (Svensson 1992, Baker 1993); per codificare le classi d'età sono stati utilizzati i rispettivi codici EURING:
età 2, esatto anno di nascita sconosciuto;
età 3, nato nell'anno in corso;
età 4, nato prima dell'anno in corso, ma l'esatto anno di nascita è sconosciuto.
Sono state rilevate di routine alcune misure biometriche: lunghezza dell'ala (misurata secondo il metodo della corda massima, appiattita e raddrizzata, Svensson 1992) con approssimazione di 0,5 mm; lunghezza della III remigante primaria (massima lunghezza, Berthold & Friedrich 1979) con approssimazione di 0,5 mm; lunghezza del tarso (misurata con un calibro, Svensson 1992) con approssimazione di 0,1 mm. È stato inoltre rilevato il peso mediante l'uso di una bilancina elettronica con approssimazione di 0,1 gr. ed è stata effettuata una stima della quantità di grasso visibile, attribuendo un punteggio variabile da 0 a 8 in base alla quantità presente alla furcula e sull'addome (Kaiser 1993). E' stato controllato lo stato della muta delle penne del corpo usando una scala da 0 a 2 (0, nessuna penna in crescita; 1, fino a 20 penne in crescita; 2, più di 20 penne in crescita). Inoltre, per alcune specie è stata misurata l'apertura e la superficie alare. La prima corrisponde alla massima distanza che intercorre tra le punte delle due ali con le articolazioni completamente distese con approssimazione di 1 mm, la seconda all'area delle due ali più la parte del corpo compresa tra l'attaccatura delle ali proiettate su di una superficie piana (Pennycuick 1999). La raccolta di questi dati consentirà di calcolare, mediante la versione 1.11 (Marzo 2002) per Windows del programma "Flight" di Pennycuick, l'autonomia di volo e la sua durata (definita come il tempo necessario per percorrere le distanze predette) in assenza di vento di ciascun uccello.




Misurazione della III remigante primaria


Le operazioni di inanellamento, identificazione dell'età e del sesso, raccolta delle misure biometriche sono state effettuate da inanellatori esperti autorizzati dall'INFS, coadiuvati da alcuni aspiranti inanellatori e collaboratori del Gruppo Inanellamento Limicoli. L'intera procedura è durata circa 60-120 secondi per ogni uccello e tutta l'operazione non ha richiesto più di un'ora, tempo massimo entro il quale tutti gli uccelli catturati sono stati di nuovo liberati; in ogni caso l'incolumità degli uccelli oggetto di studio è stata sempre anteposta ai risultati della ricerca.
L'attività di cattura ed inanellamento è stata effettuata continuativamente dal 27 agosto al 27 novembre 2004 (pentadi 49-66 e parte delle pentadi 48 e 67), ad eccezione di giorni con condizioni climatiche particolarmente avverse. I controlli sono stati effettuati ad intervalli regolari di un'ora per tutto il periodo in cui le reti sono rimaste montate. Nel periodo 29 agosto-9 settembre è inoltre proseguito il progetto di ricerca "Population trends of migrant passerines in Europe", uno studio a lungo termine che si prefigge di monitorare i livelli di popolazione dei migratori trans-continentali, condotto in alcune Stazioni di ricerca site in Ungheria, Nord-Italia, Sud-Italia e Kenia in collaborazione con l'Associazione Earthwatch International.
Tutti i dati inerenti l'inanellamento sono stati quindi riportati su schede prestampate e successivamente archiviati in un Data-base utilizzando il programma "Nisoria 2000" fornito dall'INFS. Sono stati ancora rilevati i dati climatici, quali pressione atmosferica, umidità relativa, temperatura, copertura del cielo, piovosità, intensità del vento ed è stata acquisita una descrizione morfologico-strutturale dettagliata dell'ambiente immediatamente circostante.
L'andamento della migrazione è stato descritto mediante periodi standard di cinque giorni secondo lo schema per pentadi (Berthold 1973) con la prima pentade che va dal 1 al 5 gennaio e l'ultima, la 73, che va dal 27 al 31 dicembre. Anche se brevi, questi spazi temporali presentano un potere risolutivo sufficiente per evidenziare le diverse fasi dell'andamento migratorio (inizio, picco, conclusione); inoltre l'unità di misura adottata, in quanto sottomultiplo del numero di giorni di un anno solare, è esattamente replicabile negli anni successivi. Ciò consente di confrontare campioni di dati raccolti in periodi analoghi ma provenienti da anni o aree differenti.
L'analisi dell'indice di flusso (numero di uccelli inanellati per superficie di reti moltiplicato per ore di cattura) per un periodo sufficientemente lungo, potrà inoltre consentire lo studio della dinamica di popolazione, oltre che di stimare l'entità dei flussi nell'area.



RISULTATI E DISCUSSIONE
Analisi delle catture

La stagione di studio è stata realizzata con 93 giornate di catture effettive, che hanno prodotto una quota media di 44 uccelli catturati per ciascuna giornata con un valore minimo di due catture il 27 ottobre e l'1 novembre ed un valore massimo di 154 il 5 ottobre. In totale sono stati catturati 4.108 uccelli appartenenti a 56 specie diverse; di queste, 4 sono non-Passeriformi e 52 Passeriformi. I Turdidi sono stati la famiglia maggiormente rappresentata dal punto di vista numerico nel campione di catture, con 2.094 individui (51% del totale) appartenenti a 10 specie, seguiti dai Fringillidi con 805 individui (20% del totale) di 6 diverse specie. La specie numericamente più rappresentativa è stata il Pettirosso con 1.734 catture che ha rappresentato il 42% del totale, seguita dal Fringuello con 599 catture pari al 15%. Nel campione delle catture i non-Passeriformi sono stati scarsamente rappresentati con solo 15 individui appartenenti a 4 specie; sono comunque interessanti per il numero di individui catturati il Torcicollo (8) e lo Sparviero (5).
Va rimarcata la notevole differenza con i risultati ottenuti negli anni precedenti di attività del Roccolo Ganda: nel 2001 sono state effettuate 12.802 catture (di cui 3.683 Pettirossi) e nel 1997 si è addirittura arrivati a 13.316 (di cui 3.604 Lucarini). L'elenco completo delle catture del 2004 è presentato in tabella 1.

Tabella 1. Elenco delle specie inanellate nel periodo 27 agosto/27 novembre 2004.

Specie

Agosto

Settembre

Ottobre

Novembre

TOT

Sparviere - Accipiter nisus

--

4

1

--

5

Assiolo - Otus scops

--

1

--

--

1

Torcicollo - Jynx torquilla

1

6

1

--

8

Picchio rosso maggiore - Picoides major

--

--

--

1

1

Rondine - Hirundo rustica

1

19

--

--

20

Prispolone - Anthus trivialis

23

144

4

--

171

Pispola - Anthus pratensis

--

--

1

--

1

Spioncello - Anthus spinoletta

--

--

--

2

2

Ballerina gialla - Motacilla cinerea

--

2

--

--

2

Ballerina bianca - Motacilla alba

2

1

--

--

3

Scricciolo - Troglodytes troglodytes

--

1

6

--

7

Passera scopatola - Prunella modularis

--

--

15

1

16

Pettirosso - Erithacus rubecula

10

762

936

26

1734

Codirosso spazzacamino - Phoenicurus ochruros

--

2

13

2

17

Codirosso - Phoenicurus phoenicurus

14

98

17

--

129

Stiaccino - Saxicola rubetra

2

2

--

--

4

Saltimpalo - Saxicola torquata

--

2

1

--

3

Merlo - Turdus merula

2

3

14

3

22

Cesena - Turdus pilaris

--

--

--

43

43

Tordo bottaccio - Turdus philomelos

--

47

78

3

128

Tordo sassello - Turdus iliacus

--

--

5

3

8

Tordela - Turdus viscivorus

--

--

3

3

6

Forapaglie macchiettato - Locustella naevia

--

1

--

--

1

Cannaiola - Acrocephalus scirpaceus

--

3

--

--

3

Canapino maggiore - Hippolais icterina

--

2

--

--

2

Bigiarella - Sylvia curruca

--

3

--

--

3

Sterpazzola - Sylvia communis

--

1

--

--

1

Beccafico - Sylvia borin

4

142

2

--

148

Capinera - Sylvia atricapilla

8

122

45

--

175

Luì bianco - Phylloscopus bonelli

1

--

--

--

1

Luì verde - Phylloscopus sibilatrix

--

3

--

--

3

Luì piccolo - Phylloscopus collybita

--

7

29

--

36

Luì grosso - Phylloscopus trochilus

4

20

--

--

24

Regolo - Regulus regulus

--

3

27

8

38

Fiorrancino - Regulus ignicapillus

--

2

1

--

3

Pigliamosche - Muscicapa striata

--

3

--

--

3

Balia nera - Ficedula hypoleuca

130

265

1

--

396

Codibugnolo - Aegithalos caudatus

2

--

1

5

8

Cincia mora - Parus ater

1

10

1

6

18

Cinciarella - Parus caeruleus

6

17

28

7

58

Cinciallegra - Parus major

6

--

10

15

31

Picchio muratore - Sitta europea

--

--

2

--

2

Rampichino alpestre - Certhia familiaris

--

--

--

2

2

Averla piccola - Lanius collirio

1

4

--

--

5

Ghiandaia - Garrulus glandarius

2

--

--

--

2

Passera d'Italia - Passer italiae

--

3

--

--

3

Fringuello - Fringilla coelebs

2

17

392

188

599

Peppola - Fringilla montifringilla

--

--

42

94

136

Verdone - Carduelis chloris

2

--

--

--

2

Cardellino - Carduelis carduelis

26

8

1

9

44

Lucarino - Carduelis spinus

--

1

15

1

17

Frosone - Coccothraustes coccothraustes

--

--

5

2

7

Zigolo giallo - Emberiza citrinella

1

2

--

--

3

Zigolo muciatto - Emberiza cia

--

--

--

1

1

Ortolano - Emberiza hortulana

--

1

--

--

1

Migliarino di palude - Emberiza schoeniclus

--

--

1

--

1

      TOTALI   

251

1734

1698

425

4108

L'andamento generale dell'attività è rappresentato in figura 1, basato sulla percentuale degli uccelli catturati in ciascuna pentade rispetto al numero complessivo delle catture. È possibile evidenziare la presenza di due picchi: il primo, in corrispondenza della pentade 50 (3-7 settembre), dipende dal passaggio di migratori trans-sahariani, in particolare Balie nere (172), Prispoloni (60) e Beccafichi (45), il secondo, in corrispondenza della pentade 56 (3-7 ottobre), è dovuto invece al passaggio di migratori su media distanza, soprattutto Pettirossi (434), Fringuelli (102) e Tordi bottacci (24). Dalla pentade 61 (28 ottobre-1 novembre) alla fine del periodo di studio (27 novembre, primo giorno della pentade 67) si nota una tendenza generale alla diminuzione delle catture.


Figura 1.
Andamento complessivo delle catture per pentadi nel periodo 27 agosto/27 novembre 2004.


L'attività di cattura standardizzata ha consentito di evidenziare rispetto agli anni precedenti un drastico calo sia del numero complessivo delle catture che di quello di alcune specie, soprattutto Fringillidi, in particolare Lucarino, Peppola e Frosone, e Tordo bottaccio e Tordo sassello. La diversa metodologia utilizzata nell'attuale stagione, reti mist-nets e richiami acustici, rispetto a quella impiegata in passato (reti tramaglio e richiami vivi) ha sicuramente avuto un ruolo determinante, ma comunque è stato riscontrato un calo generalizzato per tutte le specie ed il Pettirosso, per il quale non sono mai stati utilizzati richiami, ne costituisce un valido esempio.
La rappresentazione grafica delle percentuali delle specie maggiormente inanellate è mostrata nella figura 2.



Figura 2. Percentuale delle specie inanellate nel periodo 27 agosto/27 novembre 2004 (n = 4.108).




Figura 3. Migratori su lunga e media distanza: percentuale totale delle specie inanellate nel periodo 27 agosto/27 novembre 2004 (n = 56).




Figura 4. Migratori su lunga e media distanza: percentuale totale degli uccelli catturati nel periodo 27 agosto/27 novembre 2004 (n = 4.108).

L'attività di ricerca, condotta per un ampio arco di tempo, dalla fine di agosto alla fine di novembre, ha consentito di descrivere, in termini generali, le principali variazioni nella composizione dei flussi degli uccelli che attraversano le Alpi in differenti momenti della migrazione post-nuziale. Nelle fasi iniziali dello studio, dal 27 agosto al 27 settembre - pentadi 48-54 - la componente principale è stata rappresentata dai migratori trans-sahariani sia in termini di percentuale di specie che di individui i quali, in questo periodo, hanno costituito il 53,7% delle catture effettuate. Dalla pentade 55 in poi, in pratica dall'inizio di ottobre, il 98,5% delle catture è stato invece costituito da migratori su breve e media distanza.



Analisi della migrazione delle specie più rappresentative

Per effetto delle profonde trasformazioni ambientali, dell'inquinamento e di tutte le altre forme di impatto antropico, si è verificata una drammatica riduzione delle aree utilizzate per la sosta durante le migrazioni e poi per lo svernamento. Per predisporre adeguati piani di conservazione risulta di fondamentale importanza raccogliere tutte le informazioni attualmente disponibili; d'altra parte i cambiamenti politici avvenuti nell'Europa dell'Est ed il recente ingresso nella Comunità Europea di alcuni di questi paesi consentono migliori opportunità per coordinare a livello internazionale opportune strategie di conservazione e per sviluppare uno scambio di dati e di cooperazione.
La Valle Seriana e l'area del Roccolo Ganda in particolare, come è stato dimostrato da questa ricerca e dai dati raccolti negli anni precedenti, rappresentano un'importante zona di passaggio durante la migrazione post-riproduttiva sia per le specie trans-sahariane che per quelle che svernano nell'ambito del bacino del Mediterraneo provenienti dall'Europa centro-settentrionale.
L'attività svolta nel corso di questo anno ha fatto registrare una drastica contrazione del numero delle catture rispetto a quelli invece ottenuti negli anni precedenti. Sicuramente la migrazione autunnale è stata fortemente condizionata dalle condizioni climatiche; il succedersi di continue perturbazioni dalla seconda decade di ottobre alla prima di novembre con relative abbondanti precipitazioni, potrebbe aver determinato localmente condizioni poco favorevoli per il passaggio e la sosta, nonché particolari condizioni meteorologiche sull'arco alpino in grado di influire sul transito dei migratori in movimento verso le aree di svernamento. La presenza di aree di bassa pressione potrebbe aver spinto gli uccelli sia ad utilizzare rotte e punti di sosta differenti sia a sorvolare la zona senza fermarsi. Ciò potrebbe aver determinato l'evidente fluttuazione del numero degli individui osservati che si è poi riflessa anche sul numero delle catture effettuate. Infatti, rispetto all'attività svolta nel 2002 si è verificato un calo del 61% che arriva addirittura quasi al 68% se il confronto viene fatto con quella del 2001. Queste flessioni possono comunque rientrare nel normale andamento della fenologia della migrazione in quanto, da un anno all'altro, è possibile che si verifichino delle grosse variazioni nei passaggi dei migratori. D'altra parte uno degli scopi di questa ricerca è proprio quello di monitorare l'andamento della migrazione nel corso degli anni. L'area è stata comunque utilizzata da un elevato numero di specie, tra cui le più catturate sono state il Prispolone tra i Motacillidi, il Pettirosso, il Codirosso ed il Tordo bottaccio tra i Turdidi, il Beccafico e la Capinera tra i Silvidi, la Balia nera tra i Muscicapidi, il Fringuello e la Peppola tra i Fringillidi. Per queste nove specie, selezionate in base al numero degli individui catturati, sono stati riassunti i dati sulla fenologia della migrazione e sulla biometria. I grafici mostrano il numero di individui catturati in ciascuna pentade e, indicata da una freccia, la pentade mediana di passaggio calcolata durante il periodo di studio. I dati biometrici riportati nelle tabelle sono relativi alla lunghezza dell'ala, della terza remigante primaria ed al peso ed indicano la media, la deviazione standard e l'entità del campione per ciascuna pentade; inoltre, per Pettirosso e Fringuello, considerato l'elevato numero di dati raccolti, sono riportate anche le distribuzioni di frequenza delle misure della lunghezza dell'ala e del tarso. Un breve testo riassume informazioni generali e commenti sull'andamento della migrazione e sulla biometria; sia nei testi che nelle tabelle le lunghezze dell'ala e della terza sono indicate in millimetri, il peso è dato in grammi.



Prispolone Anthus trivialis


Geonemia

Specie a corologia euroasiatica, il Prispolone nidifica diffusamente in Europa, ad eccezione di Islanda, Spagna centro-meridionale ed isole maggiori mediterranee. Migratore su lunga distanza, sverna quasi totalmente in Africa, in una fascia che dalla costa atlantica della Guinea arriva fino all'Etiopia; piccoli contingenti svernano anche a Creta e nelle isole greche, negli stati del Golfo Persico e probabilmente nell'Iran settentrionale. In Lombardia è specie estiva e migratrice regolare, comunemente nidificante in tutti gli ambienti montani adatti di media ed elevata altitudine della catena alpina ed appenninica.




Fenologia della migrazione

Le catture sono state effettuate tra il 28 agosto ed il 17 ottobre 2004 (pentadi 48-58). In totale sono stati catturati ed inanellati 171 individui, di cui 134 identificati come giovani (età Euring 3, nati cioè nel corso della stagione riproduttiva 2004) e 37 come adulti (età Euring 4, nati cioè prima del 2004); il rapporto giovani/adulti risulta quindi di 3,6 con una percentuale di giovani (age-ratio) pari al 78%. La data mediana delle catture (quando cioè è stato catturato il 50% di tutti gli uccelli) è caduta il 6 settembre; il primo quartile, che corrisponde al 25% delle catture, è terminato il 2 settembre, mentre il terzo quartile è terminato il 9 settembre. Quindi il periodo principale della migrazione è stato registrato tra il 2 ed il 9 settembre (pentadi 49-51) ed il picco delle catture si è avuto il 6 settembre nella pentade 50 (vedi figura 5); a partire da questa pentade centrale vi è un marcato decremento delle catture la cui percentuale tra le pentadi 53-58, cioè dal 18 settembre in poi, non arriva all'8% del totale complessivo.



Figura 5. Andamento delle catture per pentade, nel periodo 28 agosto - 17 ottobre, del Prispolone.


Analisi biometrica

In tabella 2 è riportata una sintesi delle variabili morfometriche e fisiologiche (lunghezza alare, III remigante primaria e peso) rilevate per ciascuna pentade.



Tabella 2. Misure biometriche (in mm) e peso (in g) dei Prispoloni catturati nell'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.

Le lunghezze alari medie calcolate per ciascuna pentade variano da 85.2 a 89.7mm (min 83.0 max 94.5), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 88.46mm (d.s. 2.51, n = 170), simile a quella riportata in Cramp (1988) per la Svezia (88.4mm, d.s. 2.69, n = 109). Le medie della III remigante primaria calcolate per ciascuna pentade variano da 64.5 a 67.5mm (min 62.0 max 72.0), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 66.91mm (d.s. 2.04, n = 170). Per entrambi le variabili nel corso del periodo di studio non è possibile evidenziare un particolare andamento ed inoltre tra gli uccelli catturati prima e dopo la data mediana delle catture, che occorre nella pentade 50, non si osservano differenze significanti.
I pesi medi calcolati per ciascuna pentade variano da 20.1 a 24.9g (min 17.8 max 31.0), mentre il peso medio totale calcolato per l'intero campione è di 21.85g (d.s. 2.06, n = 170). Nelle pentadi 49-51, che comprendono il periodo principale della migrazione, non si rilevano differenze significative tra le medie che, per tutto l'arco della migrazione, presentano comunque valori inferiori a quelli calcolati in autunno per la Campania (Scebba dati non pubblicati) e Malta (Cramp 1988) e sicuramente insufficienti per intraprendere voli su lunga distanza.


Analisi del grasso

I pesi medi corrispondenti a ciascuna classe di grasso sono riportati nella tabella 3. I valori rilevati nel corso di questa stagione confermano l'esistenza di una stretta correlazione tra il peso degli uccelli e la quantità di grasso accumulata stimata visualmente.




Tabella 3. Peso medio per ciascuna classe di grasso dei Prispoloni catturati nell'Osservatorio ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.


Va evidenziato che la percentuale di individui che non presentano depositi di grasso visibili o presenti solo in quantità molto ridotta, e quindi inclusi nelle classi di grasso più basse (classe 0 ed 1) costituisce il 48% del campione totale; questa percentuale arriva al 76% se vengono considerati anche gli individui inclusi nella classe 2, cioè con modesti depositi di grasso. Questa situazione conferma quanto è già stato rilevato in precedenza per le medie dei pesi per pentade; pertanto, si può ipotizzare che le riserve di energia non sono sufficienti per raggiungere direttamente i quartieri di svernamento localizzati nell'Africa occidentale e che gli uccelli preferiscono adottare una strategia migratoria caratterizzata da soste intermedie prima di affrontare barriere particolarmente impegnative.



Pettirosso Erithacus rubecula


Geonemia

Specie a corologia europea, il Pettirosso è ampiamente diffuso in Europa dal Mediterraneo alle latitudini più elevate; migratore a corto raggio, sverna soltanto nelle regioni più occidentali e meridionali. In Lombardia è parzialmente sedentario, migratore regolare e svernante a seconda delle popolazioni e nidifica in maniera pressoché uniforme negli ambienti adatti montani e collinari fino a 1700-1800m, arrivando talvolta fino a 2000m, mentre è molto più localizzato in quelli pianeggianti.




Fenologia della migrazione

Le catture sono state effettuate tra il 27 agosto ed il 23 novembre 2004 (pentadi 48-66). In totale sono stati catturati 1734 individui, di cui 1626 identificati come giovani (età Euring 3), nati cioè nel corso della stagione riproduttiva 2004, 104 come adulti (età Euring 4), nati cioè prima del 2004 e 3 indeterminati (età Euring 2); il rapporto giovani/adulti risulta quindi particolarmente alto, in quanto pari a 15,6 con una percentuale di giovani (age-ratio) pari al 93.8%. La data mediana delle catture (quando cioè è stato catturato il 50% di tutti gli uccelli) è caduta il 2 ottobre; il primo quartile, che corrisponde al 25% delle catture, è terminato il 24 settembre, mentre il terzo quartile è terminato il 6 ottobre. Quindi il periodo principale della migrazione è stato registrato tra il 24 settembre ed il 6 ottobre (pentadi 54-56) ed il picco delle catture si è avuto il 2 ottobre nella pentade 55 (vedi figura 6).




Figura 6. Andamento delle catture per pentade, nel periodo 27 agosto - 23 novembre, del Pettirosso.


Le catture sono distribuite dall'inizio di settembre (pentade 49) alla fine di ottobre (pentade 60) ma presentano una forte concentrazione tra il 28 settembre ed il 7 ottobre (pentadi 55 e 56), periodo in cui è stato realizzato il 50% delle catture totali (869); dalla fine di ottobre alla fine di novembre si registra il passaggio solo di pochi individui: tra le pentadi 61-66, cioè dal 28 ottobre in poi, la percentuale delle catture non arriva all'1,7% del totale complessivo.


Analisi biometrica

In tabella 4 è riportata una sintesi delle variabili morfometriche e fisiologiche (lunghezza alare, III remigante primaria e peso) rilevate per ciascuna pentade.



  Tabella 4.
Misure biometriche (in mm) e peso (in g) dei Pettirossi catturati nell'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.

Le lunghezze alari medie calcolate per ciascuna pentade variano da 71.0 a 73.6mm (min 67.5 max 79.0), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 73.27mm (d.s. 1.93, n = 1728). Le medie della III remigante primaria calcolate per ciascuna pentade variano da 52.7 a 54.2mm (min 49.0 max 59.0), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 53.99mm (d.s. 1.69, n = 1723). Per entrambi le variabili è possibile osservare un incremento dei valori a partire dalla pentade 51; questo potrebbe essere dovuto o ad una migrazione differenziale tra i sessi (le femmine con ala più piccola tenderebbero a passare per prima) oppure, più probabilmente, al passaggio di popolazioni settentrionali di dimensioni maggiori.
I pesi medi calcolati per ciascuna pentade variano da 14.8 a 17.8g (min 12.8 max 21.8), mentre il peso medio totale calcolato per l'intero campione è di 15.64g (d.s. 1.34, n = 1718). Questo valore risulta decisamente inferiore rispetto a quelli calcolati in autunno presso Pisa (Ioalé & Benvenuti 1982) e sull'isola di Vivara presso Napoli (Lövei et al. 1984). Nelle pentadi 53-56, che comprendono il periodo principale della migrazione, si registrano le medie più basse del periodo di studio; successivamente si assiste ad un incremento dei valori, probabilmente per gli stessi motivi già indicati per quanto riguarda la lunghezza dell'ala e della terza primaria.

Le figure 7 e 8 mostrano le distribuzioni di frequenza, rispettivamente, delle misure della lunghezza dell'ala e del tarso.



Figura 7. Distribuzione di frequenza delle misure della lunghezza dell'ala dei Pettirossi catturati nell'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.




Figura 8. Distribuzione di frequenza delle misure della lunghezza del tarso dei Pettirossi catturati nell'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.


Una chiara unimodalità emerge dalle due figure, per cui le lunghezze dell'ala e del tarso non possono costituire un carattere discriminante per determinare il sesso in questa specie. Inoltre questo andamento normale, cioè caratterizzato da una curva a campana con un unico picco, non permette di riconoscere nel campione, oltre che il sesso, anche l'eventuale presenza di individui appartenenti a due o più popolazioni distinte, originarie di regioni differenti.
Occorre tenere presente che, dall'esame delle ricatture di uccelli inanellati in Europa, la Lombardia è interessata da popolazioni provenienti sia dall'Europa settentrionale (Scandinavia, Finlandia, area baltica) che centro-orientale (Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia).



Codirosso Phoenicurus phoenicurus


Geonemia

Specie a corologia euroasiatica, il Codirosso è ampiamente diffuso in tutta l'Europa fino alle latitudini più elevate esclusa l'Irlanda, l'Islanda e le aree con tipica vegetazione mediterranea; migratore a lungo raggio, sverna principalmente nella savana sub-sahariana, nell'Africa occidentale e nella zona equatoriale. In Lombardia è specie estiva e migratrice regolare, comunemente nidificante nelle zone collinari e basso montane di tutto il settore alpino, prealpino e dell'Appennino pavese, in una fascia altitudinale compresa tra i 200 ed i 1500m arrivando talvolta fino ai 2000m.




Fenologia della migrazione

Le catture sono state effettuate tra il 27 agosto ed il 22 ottobre 2004 (pentadi 48-59). In totale sono stati catturati ed inanellati 129 individui, di cui 119 identificati come giovani (età Euring 3), nati cioè nel corso della stagione riproduttiva 2004, 9 come adulti (età Euring 4), nati cioè prima del 2004 ed 1 indeterminato (età Euring 2); il rapporto giovani/adulti risulta quindi particolarmente alto, in quanto pari a 13,2 con una percentuale di giovani (age-ratio) pari al 93%. La data mediana delle catture (quando cioè è stato catturato il 50% di tutti gli uccelli) è caduta l'11 settembre; il primo quartile, che corrisponde al 25% delle catture, è terminato il 4 settembre, mentre il terzo quartile è terminato il 21 settembre. Quindi il periodo principale della migrazione è stato registrato tra il 4 ed il 21 settembre (pentadi 50-53) ed il picco delle catture si è avuto l'11 settembre nella pentade 51 (vedi figura 9).
A differenza di altre specie di migratori su lunga distanza, quali Prispolone, Beccafico e Balia nera, il Codirosso non presenta le catture concentrate in un determinato periodo; queste sono distribuite abbastanza uniformemente durante quasi tutto l'arco della migrazione, anche se dalla figura 9 è comunque possibile individuare due picchi di maggiore afflusso.



Figura 9.
Andamento delle catture per pentade, nel periodo 27 agosto - 22 ottobre, del Codirosso.

Analisi biometrica

In tabella 5 è riportata una sintesi delle variabili morfometriche e fisiologiche (lunghezza alare, III remigante primaria e peso) rilevate per ciascuna pentade.




Tabella 5. Misure biometriche (in mm) e peso (in g) dei Codirossi catturati nell'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.


Le lunghezze alari medie calcolate per ciascuna pentade variano da 78.9 a 80.5mm (min 74.0 max 84.5), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 79.68mm (d.s. 1.95, n = 126). Le medie della III remigante primaria calcolate per ciascuna pentade variano da 59.5 a 60.8mm (min 56.5 max 65.0), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 60.26mm (d.s. 1.78, n = 124). Per entrambi le variabili nel corso del periodo di studio non si evidenzia nessuna marcata tendenza; è solo possibile notare che dopo la prima pentade ed in particolare per quanto riguarda la terza primaria, i valori ottenuti non presentano differenze significanti.
I pesi medi calcolati per ciascuna pentade variano da 13.9 a 14.9g (min 12.3 max 18.5), mentre il peso medio totale calcolato per l'intero campione è di 14.49g (d.s. 1.24, n = 125). Nelle pentadi 48-54, che comprendono quasi tutto l'arco della migrazione, non si rilevano differenze significative tra le medie che presentano valori molto inferiori a quelli calcolati in autunno per l'isola di Vivara presso Napoli (17.2g, d.s. 2.3, n = 32, Scebba 1993), Malta (16.8g, d.s. 2.7, n = 50) e Cipro (16.8g, n = 58) (Cramp 1988) e sicuramente insufficienti per intraprendere voli su lunga distanza.


Analisi del grasso

I pesi medi corrispondenti a ciascuna classe di grasso sono riportati nella tabella 6. I valori rilevati confermano l'esistenza di una buona correlazione tra il peso degli uccelli e la quantità di grasso accumulata stimata visualmente.




Tabella 6. Peso medio per ciascuna classe di grasso dei Codirossi catturati nell'Osservatorio ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.


Va evidenziato che la percentuale di individui che non presentano depositi di grasso visibili o presenti solo in quantità molto ridotta, e quindi inclusi nelle classi di grasso più basse (classe 0 ed 1) costituisce il 54% del campione totale; questa percentuale arriva al 77% se vengono considerati anche gli individui inclusi nella classe 2, cioè con modesti depositi di grasso. Questa situazione, analogamente a quanto già riportato per il Prispolone, fa ipotizzare che le riserve energetiche non sono sufficienti per raggiungere direttamente le aree di svernamento localizzate nell'Africa sub-sahariana e che anche questa specie preferisce adottare una strategia migratoria caratterizzata da soste intermedie prima di affrontare barriere particolarmente impegnative.



Tordo bottaccio Turdus philomelos


Geonemia

Specie a corologia eurosibirica, il Tordo bottaccio è uniformemente distribuito come nidificante in tutte le aree boscate dell'Europa centrale e settentrionale, Siberia occidentale ed Asia, mentre nel sud del continente è presente soprattutto sui rilievi; migratore a medio e corto raggio con popolazioni parzialmente o completamente migratrici, sverna nella parte centro-meridionale dell'areale europeo e nella regione mediterranea. In Lombardia è un migratore regolare, svernante e le zone di riproduzione sono distribuite con continuità lungo tutto l'arco alpino e nella regione alto-collinare del settore dell'Appennino pavese, ad un'altitudine compresa tra i 250 ed i 1800-1900m, arrivando talvolta fino ai 2000m.




Fenologia della migrazione

Le catture sono state effettuate tra l'8 settembre ed il 15 novembre 2004 (pentadi 51-64). In totale sono stati catturati ed inanellati 128 individui, di cui 121 identificati come giovani (età Euring 3), nati cioè nel corso della stagione riproduttiva 2004 e 7 come adulti (età Euring 4), nati cioè prima del 2004; il rapporto giovani/adulti risulta quindi particolarmente alto, in quanto pari a 17,3 con una percentuale di giovani (age-ratio) pari al 94.5%. L'ipotesi che l'utilizzo dei richiami acustici possa influenzare il campionamento, attirando un maggior numero di giovani, deve comunque essere presa in considerazione. La data mediana delle catture (quando cioè è stato catturato il 50% di tutti gli uccelli) è caduta il 3 ottobre; il primo quartile, che corrisponde al 25% delle catture, è terminato il 28 settembre, mentre il terzo quartile è terminato il 13 ottobre. Quindi il periodo principale della migrazione è stato registrato tra il 28 settembre ed il 13 ottobre (pentadi 55-58) ed il picco delle catture si è avuto il 3 ottobre nella pentade 56 (vedi figura 10); va anche precisato che la percentuale delle catture effettuate tra le pentadi 60-64, cioè dal 23 ottobre in poi, non arriva al 7% del totale complessivo.




Figura 10. Andamento delle catture per pentade, nel periodo 8 settembre - 15 novembre, del Tordo bottaccio.

                    

                    
Misurazione della lunghezza dell'ala e del tarso


Analisi biometrica

In tabella 7 è riportata una sintesi delle variabili morfometriche e fisiologiche (lunghezza alare, III remigante primaria e peso) rilevate per ciascuna pentade.



  Tabella 7.
Misure biometriche (in mm) e peso (in g) dei Tordi bottacci catturati nell'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.

Le lunghezze alari medie calcolate per ciascuna pentade variano da 115.0 a 121.7mm (min 112.5 max 125.0), mentre la media calcolata per tutti gli uccelli catturati nel periodo di studio è di 118.73mm (d.s. 2.44, n = 128). Risulta evidente che nelle pentadi 54, 55, 56 e 57, in cui i campioni raccolti sono di una certa entità per il passaggio di un forte flusso migratorio, le differenze tra le medie presentano variazioni minime e quindi non significative. Analoga considerazione può essere fatta anche per le medie della III remigante primaria, le quali variano da 87.7 a 91.7mm (min 82.0 max 95.0), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 88.75mm (d.s. 2.13, n = 126).
La lunghezza alare media risulta simile a quella rilevata nel periodo 1997-1999 per la provincia di Caserta (118.6mm, d.s. 2.80, n = 647, Scebba e Moschetti 2000), mentre è significativamente maggiore di quella riportata da Busse (1976) in primavera (116.7mm, d.s. 2.9, n = 1113) e da Busse e Maksalon (1986) in autunno (116.59mm, d.s. 2.84, n = 7792) per la costa baltica polacca.
I pesi medi calcolati per ciascuna pentade variano da 62.9 a 70.9g (min 56.1 max 83.4); nelle prime fasi della migrazione, cioè dal 18 settembre al 2 ottobre (pentadi 53-55), sono stati trovati i valori medi più bassi, mentre successivamente si assiste ad un progressivo incremento anche se, comunque, i dati si riferiscono ad un numero piuttosto ridotto di individui. Il peso medio totale calcolato per l'intero campione è di 66.23g (d.s. 5.57, n = 127); questo valore risulta inferiore rispetto a quelli rilevati per la provincia di Caserta nell'autunno 2003 e 2004 (68.51g, d.s. 4.67, n = 294 e 68.34g, d.s. 4.18, n = 538, Scebba dati non pubblicati).





Il sottotondo



Beccafico Sylvia borin


Geonemia

Specie a corologia eurosibirica, il Beccafico in Europa è distribuito principalmente nelle regioni boreali, temperate ed atlantiche, mentre manca completamente nelle aree a clima tipicamente mediterraneo; migratore su lunga distanza, sverna nell'Africa tropicale e meridionale raggiungendo il Sudafrica. In Lombardia è specie estiva e migratrice regolare, nidificante in tutto il settore alpino e prealpino e nelle aree più elevate dell'Appennino pavese, in una fascia altitudinale molto ampia compresa tra i 60-100m in pianura fino ai 1900-2100m s.l.m. oltre il limite della vegetazione arborea.




Fenologia della migrazione

Le catture sono state effettuate tra il 28 agosto ed il 2 ottobre 2004 (pentadi 48-55). In totale sono stati catturati ed inanellati 148 individui, di cui 126 identificati come giovani (età Euring 3), nati cioè nel corso della stagione riproduttiva 2004 e 22 come adulti (età Euring 4), nati cioè prima del 2004; il rapporto giovani/adulti risulta quindi di 5,7 con una percentuale di giovani (age-ratio) pari all'85%. La data mediana delle catture (quando cioè è stato catturato il 50% di tutti gli uccelli) è caduta l'8 settembre; il primo quartile, che corrisponde al 25% delle catture, è terminato il 3 settembre, mentre il terzo quartile è terminato l'11 settembre. Quindi il periodo principale della migrazione è stato registrato tra il 3 e l'11 settembre (pentadi 50-51) ed il picco delle catture si è avuto l'8 settembre nella pentade 51 (vedi figura 11); va anche precisato che la percentuale delle catture effettuate tra le pentadi 53-55, cioè dal 18 settembre in poi, non arriva al 9.5% del totale.




Figura 11. Andamento delle catture per pentade, nel periodo 28 agosto - 2 ottobre, del Beccafico.


Analisi biometrica

In tabella 8 è riportata una sintesi delle variabili morfometriche e fisiologiche (lunghezza alare, III remigante primaria e peso) rilevate per ciascuna pentade.




 Tabella 8. Misure biometriche (in mm) e peso (in g) dei Beccafichi catturati nell'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.


Le lunghezze alari medie calcolate per ciascuna pentade variano da 77.8 a 80.6mm (min 74.0 max 83.5), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 78.74mm (d.s. 1.91, n = 148). Le medie della III remigante primaria calcolate per ciascuna pentade variano da 58.6 a 60.1mm (min 54.0 max 63.0), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 58.85mm (d.s. 1.75, n = 148). A partire dai primi di settembre (pentade 50), con l'inizio del periodo principale della migrazione, si può osservare un andamento crescente nel corso della stagione dei valori medi della lunghezza alare. Questo potrebbe essere spiegato con la presenza nelle fasi iniziali di individui locali, a cui fa poi seguito il passaggio di popolazioni di dimensioni maggiori probabilmente più settentrionali.
I pesi medi calcolati per ciascuna pentade variano da 17.5 a 19.7g (min 15.4 max 30.2), mentre il peso medio totale calcolato per l'intero campione è di 19.08g (d.s. 1.76, n = 148). Questi valori risultano decisamente inferiori rispetto alla media calcolata in autunno sull'isola di Vivara presso Napoli (22.7g, d.s. 3.7, n = 216, Scebba et al.
1991) e sicuramente sono insufficienti per intraprendere voli su lunga distanza.


Analisi del grasso

I pesi medi corrispondenti a ciascuna classe di grasso sono riportati nella tabella 9. Anche per questa specie i valori rilevati nel corso della stagione confermano l'esistenza di una stretta correlazione tra il peso degli uccelli e la quantità di grasso accumulata stimata visualmente.




Tabella 9. Peso medio per ciascuna classe di grasso dei Beccafichi catturati nell'Osservatorio ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.


Rispetto alle altre due specie di migratori trans-sahariani, per il Beccafico si rileva una maggiore percentuale (65% del campione totale) di individui che presenta evidenti depositi di grasso, e quindi inclusi nelle classi di grasso più alte (classi 2-6). Tuttavia è probabile che soltanto quelli inseriti nelle classi di adiposità maggiori hanno energia sufficiente per raggiungere direttamente le aree di sosta in cui dovranno accumulare quella quantità di grasso necessaria per attraversare il Mediterraneo e successivamente il Sahara; per tutti gli altri è indispensabile effettuare delle soste intermedie.



Capinera Sylvia atricapilla


Geonemia

Specie a corologia olopaleartica, la Capinera è ampiamente diffusa in tutta l'Europa, dal Sud della Scandinavia fino alle isole del Mediterraneo, comprese le più piccole. Il comportamento migratorio presenta un'ampia variabilità su base geografica con popolazioni nordiche migratrici su lunga distanza, mentre quelle meridionali sono parzialmente migratrici e/o residenti. Le principali aree di svernamento delle popolazioni europee sono distribuite intorno al bacino del Mediterraneo, dall'Africa settentrionale fino a sud nelle regioni sub-sahariane dell'Africa occidentale. In Lombardia è sedentaria, migratrice regolare e svernante, nidificante molto comune e diffusa, distribuita in una fascia altimetrica compresa tra il piano ed 1000-1200m, arrivando talvolta fino a 1800m s.l.m..




Fenologia della migrazione

Le catture sono state effettuate tra il 27 agosto ed il 25 ottobre 2004 (pentadi 48-60). In totale sono stati catturati ed inanellati 175 individui, di cui 155 identificati come giovani (età Euring 3, nati cioè nel corso della stagione riproduttiva 2004) divisi in 68 maschi, 79 femmine ed 8 di sesso non stabilito, 19 identificati come adulti (età Euring 4, nati cioè prima del 2004) divisi in 7 maschi e 12 femmine ed uno di età indeterminata (età Euring 2) identificata come femmina; il rapporto giovani/adulti risulta abbastanza alto in quanto pari a 8,2 con una percentuale di giovani (age-ratio) eguale all'89%. La data mediana delle catture (quando cioè è stato catturato il 50% di tutti gli uccelli) è caduta il 18 settembre; il primo quartile, che corrisponde al 25% delle catture, è terminato il 9 settembre, mentre il terzo quartile è terminato il 1 ottobre. Quindi il periodo principale della migrazione è stato registrato tra il 9 settembre ed il 1 ottobre (pentadi 51-55) ed il picco delle catture si è avuto il 18 settembre nella pentade 53 (vedi figura 12).




Figura 12. Andamento delle catture per pentade, nel periodo 27 agosto - 25 ottobre, della Capinera.


Dalla figura 12 si rileva che le catture non sono concentrate in un determinato periodo ma sono abbastanza distribuite durante quasi tutto l'arco della migrazione, anche se nelle pentadi 51 e 53 si possono individuare due picchi di maggiore afflusso.


Analisi biometria

In tabella 10 è riportata una sintesi delle variabili morfometriche e fisiologiche (lunghezza alare, III remigante primaria e peso) rilevate per ciascuna pentade.



 

Tabella 10. Misure biometriche (in mm) e peso (in g) delle Capinere catturate nell'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.


Le lunghezze alari medie calcolate per ciascuna pentade variano da 71.8 a 75.2mm (min 69.0 max 80.0), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 74.14mm (d.s. 2.32, n = 173). Le medie della III remigante primaria calcolate per ciascuna pentade variano da 54.0 a 56.4mm (min 52.0 max 60.0), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 55.66mm (d.s. 1.98, n = 173). Nel corso del periodo di studio è possibile notare un certo incremento per entrambi i parametri nel periodo compreso tra le pentadi 50-56 (3 settembre-7 ottobre), quando probabilmente maggiore è il passaggio di popolazioni più settentrionali.
Le medie totali di queste due variabili presentano inoltre differenze significative con quelle calcolate nei mesi di ottobre-novembre nella Piana del Volturno (Caserta) negli anni 1997-2003: ala 72.6mm, d.s. 2.63, n = 1888; III 54.4mm, d.s. 2.30, n = 1854 (dati GIL non pubblicati).
I pesi medi calcolati per ciascuna pentade variano da 17.2 a 19.2g (min 14.9 max 24.8), mentre il peso medio totale calcolato per l'intero campione è di 18.64g (d.s. 1.70, n = 175), valore che non presenta differenza significativa con quello rilevato nei mesi di ottobre-novembre nella Piana del Volturno (Caserta) negli anni 1997-2003 (18.3g, d.s. 1.98, n = 1892, dati GIL non pubblicati).




Balia nera Ficedula hypoleuca


Geonemia

Specie a corologia eurosibirica, la Balia nera presenta un'areale riproduttivo che va dall'Africa nord-occidentale alla Siberia centrale, con la specie nominale diffusa in gran parte dell'Europa centrale ed orientale a latitudini comprese tra le Alpi e la Scandinavia settentrionale fino al 65-70° parallelo nord; migratore notturno su lunga distanza, sverna nell'Africa occidentale a sud del Sahara, principalmente nelle foreste a nord del Golfo di Guinea. Durante la migrazione post-riproduttiva le principali aree di sosta sono localizzate in Italia settentrionale e nella Penisola iberica. In Lombardia è specie esclusivamente migratrice regolare, più frequente durante la migrazione post-riproduttiva.




Fenologia della migrazione

Le catture sono state effettuate tra il 27 agosto ed il 3 ottobre 2004 (pentadi 48-56). In totale sono stati catturati ed inanellati 396 individui, di cui 316 uccelli identificati come giovani (118 sesso non identificato, 103 maschi e 95 femmine) e 80 adulti (6 sesso non identificato, 18 maschi e 56 femmine); il rapporto giovani/adulti risulta quindi pari a 3,9 con una percentuale di giovani (age-ratio) eguale a 79,8%. La data mediana delle catture (quando cioè è stato catturato il 50% di tutti gli uccelli) è caduta il 2 settembre; il primo quartile, che corrisponde al 25% delle catture, è terminato il 30 agosto, mentre il terzo quartile è terminato il 4 settembre. Quindi il periodo principale della migrazione è stato registrato tra il 30 agosto ed il 4 settembre (pentadi 49-50) ed il picco delle catture si è avuto il 2 settembre nella pentade 49 (vedi figura 13); va anche precisato che la percentuale delle catture effettuate tra le pentadi 51-56, cioè dall'8 settembre in poi, non arriva al 6,8% del totale complessivo.




Figura 13. Andamento delle catture, nel periodo 27 agosto - 3 ottobre, per pentade della Balia nera.


Come altri due migratori trans-sahariani, quali il Prispolone ed il Beccafico, anche la Balia nera presenta le catture concentrate in un periodo ben determinato; in pratica quasi il 90% degli uccelli sono stati inanellati nelle pentadi 49 e 50, cioè dal 29 agosto al 7 settembre. È comunque probabile che i primi movimenti migratori siano già cominciati in data antecedente a quella di inizio delle operazioni d'inanellamento.


Analisi biometrica

In tabella 11 è riportata una sintesi delle variabili morfometriche e fisiologiche (lunghezza alare, III remigante primaria e peso) rilevate per ciascuna pentade.

  


Tabella 11.
Peso (in g) e misure biometriche (in mm) delle Balie nere catturate nell'Osservatorio ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.


Le lunghezze alari medie calcolate per ciascuna pentade variano da 79.5 a 80.5mm (min 74.0 max 84.0), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 79.52mm (d.s. 1.68, n = 395). Risulta evidente che nel periodo 27 agosto-12 settembre (pentadi 48-51), in cui è praticamente concentrato tutto il flusso migratorio ed i campioni raccolti sono di una certa entità, le differenze tra le medie presentano variazioni minime e quindi non significative. Analoga considerazione può essere fatta anche per le medie della III remigante primaria, le quali variano da 60.0 a 61.7mm (min 56.5 max 66.0), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 60.60mm (d.s. 1.49, n = 395).
I pesi medi calcolati per ciascuna pentade variano da 10.7 a 12.7g (min 10.5 max 14.6), mentre il peso medio totale calcolato per l'intero campione è di 12.04g (d.s. 0.67, n = 394). Anche per il peso non si evidenzia nessuna marcata tendenza nel corso delle pentadi in cui è stato accertato il passaggio di un forte flusso migratorio; le differenze tra le medie non sono significative e, anche per i pochi soggetti inanellati nelle fasi finali della migrazione, non si riscontra nessun incremento delle condizioni fisiche in quanto il peso medio calcolato dall'8 settembre in poi risulta essere solo di 11.9g. Questi valori risultano decisamente inferiori rispetto alle medie riportate da Cramp e Perrins (1993) in autunno per la Francia meridionale (14.9g, d.s. 2.28, n = 129) e per la Spagna (adulti:14.5g, d.s. 1.92, n = 97; giovani: 13.6g, d.s. 1.65, n = 184) e sicuramente sono insufficienti per intraprendere voli su lunga distanza.


Analisi del grasso

I pesi medi corrispondenti a ciascuna classe di grasso sono riportati nella tabella 12. I valori rilevati nel corso di questa stagione confermano l'esistenza di una stretta correlazione tra il peso degli uccelli e la quantità di grasso accumulata stimata visualmente.




Tabella 12. Peso medio per ciascuna classe di grasso delle Balie nere catturate nell'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.


Se gli uccelli vengono classificati come magri (classi di grasso 0-2) e grassi ( classi di grasso 3-4), si evidenzia che la percentuale di individui che non presentano depositi di grasso visibili o presenti solo in quantità molto ridotta, e quindi inclusi nelle classi di grasso più basse (classe 0 ed 1) costituisce il 60% del campione totale; questa percentuale arriva addirittura al 91% se vengono considerati anche gli individui inclusi nella classe 2, cioè con modesti depositi di grasso. Soltanto il restante 9%, costituito dal gruppo di uccelli inseriti nelle classi di adiposità maggiori, ha probabilmente energia sufficiente per raggiungere direttamente la Penisola Iberica; per tutti gli altri uccelli considerati magri è invece indispensabile effettuare delle soste intermedie. È difatti in questa regione che è possibile localizzare le aree di sosta in cui avviene l'accumulo della quantità di grasso necessaria per attraversare il Mediterraneo e successivamente il Sahara per arrivare nei quartieri di svernamento.
Come è stato accertato per il peso, anche per il grasso non si rileva nessun aumento significativo della frequenza di soggetti grassi nelle fasi terminali della migrazione.


Fringuello Fringilla coelebs


Geonemia

Specie a corologia olopaleartica, il Fringuello è comune ed ampiamente diffuso in tutta l'Europa fino alla Scandinavia con esclusione delle estreme latitudini settentrionali. Il comportamento migratorio presenta un'ampia variabilità di strategie con popolazioni parzialmente sedentarie ed altre totalmente migratrici; lo svernamento avviene prevalentemente all'interno dell'areale riproduttivo europeo, arrivando fino alle zone costiere dell'Africa settentrionale. In Lombardia è sedentario, migratore regolare e svernante, nidificante molto comune e diffuso in quasi tutti gli ambienti boschivi, distribuita in una fascia altimetrica che arriva fino a quasi 2000m.




Fenologia della migrazione

Le catture sono state effettuate tra il 28 agosto ed il 27 novembre 2004 (pentadi 48-67). In totale sono stati catturati 599 individui, di cui 433 uccelli identificati come giovani (età Euring 3, nati cioè nel corso della stagione riproduttiva 2004) divisi in 254 maschi e 179 femmine e 166 identificati come adulti (età Euring 4, nati cioè prima del 2004) divisi in 99 maschi e 67 femmine; il rapporto giovani/adulti risulta quindi pari a 2,6 con una percentuale di giovani (age-ratio) eguale a 72%. La data mediana delle catture (quando cioè è stato catturato il 50% di tutti gli uccelli) è caduta il 18 ottobre; il primo quartile, che corrisponde al 25% delle catture, è terminato l'8 ottobre, mentre il terzo quartile è terminato il 5 novembre. Quindi il periodo principale della migrazione è stato registrato tra l'8 ottobre ed il 5 novembre (pentadi 57-62) ed il picco delle catture si è avuto il 18 ottobre nella pentade 59. Dalla figura 14 si rileva anche che le catture non sono concentrate in un determinato periodo ma sono abbastanza distribuite durante quasi tutto l'arco della migrazione, anche se si possono individuare almeno due ondate di migratori distribuite nelle pentadi 56-60 e 61-66.



Figura 14.
Andamento delle catture per pentade nel periodo 28 agosto-27 novembre del Fringuello.


Analisi biometrica

In tabella 13 è riportata una sintesi delle variabili morfometriche e fisiologiche (lunghezza alare, III remigante primaria e peso) rilevate per ciascuna pentade.


  
Tabella 13.
Misure biometriche (in mm) e peso (in g) dei Fringuelli catturati nell'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.


Le lunghezze alari medie calcolate per ciascuna pentade variano da 85.7 a 89.0mm (min 79.0 max 95.5), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 87.65mm (d.s. 3.45, n = 598). Le medie della III remigante primaria calcolate per ciascuna pentade variano da 65.2 a 67.6mm (min 60.0 max 74.0), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 66.94mm (d.s. 2.98, n = 593). I pesi medi calcolati per ciascuna pentade variano da 20.5 a 22.6g (min 17.4 max 28.9), mentre il peso medio totale calcolato per l'intero campione è di 21.57g (d.s. 1.68, n = 595).
Le figure 15 e 16 mostrano le distribuzioni di frequenza, rispettivamente, delle misure della lunghezza dell'ala e del tarso.




Figura 15. Distribuzione di frequenza delle misure della lunghezza dell'ala dei Fringuelli catturati nell'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.



Figura 16.
Distribuzione di frequenza delle misure della lunghezza del tarso dei Fringuelli catturati nell'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.


L'andamento bimodale del grafico relativo alla lunghezza alare conferma l'esistenza di un dimorfismo dimensionale tra i sessi, con i maschi che risultano regolarmente più lunghi delle femmine. Diversamente, una chiara unimodalità emerge dalla figura 16, per cui la lunghezza del tarso non costituisce un carattere discriminante per determinare il sesso in questa specie. Inoltre questo andamento normale, cioè caratterizzato da una curva a campana con un unico picco, non permette di riconoscere nel campione, oltre che il sesso, anche l'eventuale presenza di individui appartenenti a due o più popolazioni distinte, originarie di regioni differenti.



Peppola Fringilla montifringilla


Geonemia

Specie a corologia eurosibirica, la Peppola è ampiamente diffusa dalla Scandinavia alla Siberia orientale; tutte le popolazioni sono migratrici e svernano quasi interamente al di fuori dei territori di riproduzione nell'Europa centrale e meridionale con notevoli fluttuazioni da un anno all'altro dovute soprattutto alla disponibilità di cibo. In Lombardia è migratrice regolare, svernante in numeri molto fluttuanti con occasionali segnalazioni nel settore alpino durante il periodo estivo.




Fenologia della migrazione

Le catture sono state effettuate tra il 5 ottobre ed il 26 novembre 2004 (pentadi 56-66). In totale sono stati catturati ed inanellati 136 individui, di cui 116 identificati come giovani (età Euring 3, nati cioè nel corso della stagione riproduttiva 2004) divisi in 53 maschi e 63 femmine e 20 identificati come adulti (età Euring 4, nati cioè prima del 2004) divisi in 10 maschi e 10 femmine; il rapporto giovani/adulti risulta quindi pari a 5,8 con una percentuale di giovani (age-ratio) eguale a 85%. La data mediana delle catture (quando cioè è stato catturato il 50% di tutti gli uccelli) è caduta il 3 novembre; il primo quartile, che corrisponde al 25% delle catture, è terminato il 23 ottobre, mentre il terzo quartile è terminato il 10 novembre. Quindi il periodo principale della migrazione è stato registrato tra il 23 ottobre ed il 10 novembre (pentadi 60-63) ed il picco delle catture si è avuto il 3 novembre nella pentade 62 (vedi figura 17).



Figura 17.
Andamento delle catture per pentade nel periodo 5 ottobre - 26 novembre della Peppola.


Analisi biometrica

In tabella 14 è riportata una sintesi delle variabili morfometriche e fisiologiche (lunghezza alare, III remigante primaria e peso) rilevate per ciascuna pentade.

 
Tabella 14.
Misure biometriche (in mm) e peso (in g) delle Peppole catturate nell'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa", autunno 2004.


Le lunghezze alari medie calcolate per ciascuna pentade variano da 86.7 a 92.5mm (min 82.0 max 99.0), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 89.96mm (d.s. 3.46, n = 136). Le medie della III remigante primaria calcolate per ciascuna pentade variano da 67.1 a 71.5mm (min 62.0 max 77.5), mentre la media calcolata per l'intero campione è di 68.90mm (d.s. 2.98, n = 131).
I pesi medi calcolati per ciascuna pentade variano da 22.2 a 24.1g (min 18.4 max 27.4), mentre il peso medio totale calcolato per l'intero campione è di 22.87g (d.s. 1.53, n = 135).



CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Il motivo principale che ha spinto il G.I.L. ad organizzare l'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa", oltre naturalmente allo studio della migrazione, è stato quello di mantenere vivo il Roccolo Ganda, un impianto datato intorno al 1750 e ritenuto "uno dei più belli della Lombardia", e la memoria del suo proprietario, l'Architetto Daniele Anesa che, con la sua passione e competenza era riuscito a creare una stazione ideale per lo studio delle migrazioni degli uccelli; si è inoltre voluto conservare la tradizione di tenerlo aperto a quanti desideravano visitarlo per apprezzarne in pieno tutto il suo fascino. Secondo quanto scrive il giornalista Ezio Pellegrini in un articolo pubblicato il 24 settembre sull'Eco di Bergamo questi obiettivi sono stati raggiunti.
Per quanto riguarda l'attività di cattura ed inanellamento, lo sforzo di campionamento è stato rilevante se si considera che il periodo stagionale ricoperto è stato molto esteso - dal 27 agosto al 27 novembre - ed ha interessato ben 18 pentadi per intero (pentadi 49-66) e 2 solo parzialmente (48 e 67). L'attività svolta ha consentito la cattura di 4.108 uccelli appartenenti a 56 specie diverse; di queste tre sono state nuove per l'Osservatorio (Assiolo, Luì bianco e Migliarino di palude). La stagione 2004 porta quindi il totale complessivo degli uccelli catturati dal 1991, anno di inizio della collaborazione del GIL con il Roccolo Ganda, a 101.477; tutte le informazioni raccolte sono state archiviate in una banca dati che, pertanto, può contribuire efficacemente a descrivere la migrazione post-riproduttiva attraverso le Prealpi bergamasche.
Occorre però rilevare che se si effettua un confronto con i risultati ottenuti negli anni precedenti ed in particolare con quelli a partire dal 1995, ne emerge un drastico calo del numero totale degli uccelli catturati. Sicuramente le sfavorevoli condizioni meteorologiche che si sono verificate dalla seconda metà di ottobre all'inizio di novembre, caratterizzate da un alternarsi continuo di perturbazioni, hanno avuto una pesante influenza in quanto la presenza di venti di forte intensità ha influito negativamente sia sul passaggio degli uccelli che sull'efficienza delle reti. Nel periodo succitato è stato infatti necessario chiudere più volte le reti per il vento e per la pioggia; se si considera che tale situazione è perdurata abbastanza a lungo, è probabile che movimenti migratori, per altro impossibili da monitorare, si siano comunque verificati.
Va comunque precisato che il numero delle catture è stato anche notevolmente condizionato dalla differente metodologia utilizzata (reti mist-nets e richiami acustici per le specie più rappresentative al posto di reti a tramaglio e richiami vivi). Senza voler entrare in un argomento già troppo dibattuto ed ormai divenuto particolarmente spinoso, l'esperienza accumulata negli anni dall'uso di entrambi i tipi di rete consente di affermare che negli impianti tradizionali, caratterizzati da uno stretto corridoio semicircolare tra piante talvolta centenarie e da una forte pendenza del terreno, le reti tramaglio sono sicuramente più efficienti ed anche più sicure per gli uccelli. Infatti, la possibilità di trovare panno di rete a sufficienza nel momento dell'impatto consente di ammortizzare l'urto che spesso, per l'elevata inclinazione del terreno, può avvenire con una certa violenza. La loro gestione comporta senz'altro un impegno maggiore rispetto a quello richiesto dalle mist-nets, ma la scelta dovrebbe essere lasciata all'esperienza degli inanellatori che sono in grado di stabilire la metodologia più adeguata alle loro capacità.
Per i Fringillidi in particolare si è verificata una marcata riduzione delle catture; l'esiguità dei campioni ottenuti potrebbe aver reso impreciso il monitoraggio dei flussi migratori che per qualche specie (Lucarino e Frosone) è stato addirittura impossibile. Se si considera che per Fringuello e Peppola è stata autorizzata la caccia in deroga consentendo il prelievo di piccole quantità, risulta evidente quanto sia invece importante ricavare dei trends attendibili sulle variazioni di densità delle popolazioni migranti, stabilire nel corso degli anni la percentuale di giovani presenti rispetto agli adulti e quindi conoscere l'eventuale impatto della caccia.
A questo proposito è importante ricordare che Schubert et al.
(1986), in un'analisi della migrazione post-riproduttiva di alcune specie in Lombardia svolta con dati raccolti dalle stazioni tradizionali, hanno dimostrato che lo sforzo di cattura di ciascuna di queste stazioni poteva essere considerato costante con un conseguente alto grado di accuratezza del campionamento e che le catture avvenivano secondo andamenti e tempi perfettamente sovrapponibili a quelli di stazioni operanti con metodi di cattura passivi e reti mist-nets; inoltre, dal confronto con le catture effettuate dalle stazioni tedesche di Mettnau ed Illmitz localizzate subito a nord dell'arco alpino, è emerso che alcune specie (Fringillidi, Tordi, Prispolone, ecc.) sono catturate in Germania in numeri molto ridotti probabilmente proprio per le differenti metodologie di cattura utilizzate.
I dati raccolti nel corso del 2004 hanno consentito di determinare il rapporto giovani/adulti almeno per quelle specie di cui è stato possibile raccogliere un campione di una certa entità e potrebbe essere interessante il confronto con i risultati ottenuti da altre stazioni d'inanellamento lombarde. Molto importanti sono anche i dati relativi alla quantità di grasso presente nei migratori su lunga distanza; le determinazioni effettuate lasciano ipotizzare che la maggior parte degli individui preferisce adottare una strategia migratoria caratterizzata da soste intermedie, senza accumulare elevati depositi di grasso, prima di affrontare barriere particolarmente impegnative, quali il Mediterraneo ed il Sahara. Per i migratori su breve e media distanza è stato registrato che il periodo principale della migrazione avviene tra la fine di settembre e la fine di ottobre, i numeri degli individui osservati sono stati spesso anche molto consistenti ma la maggior parte degli uccelli tende a passare velocemente nell'area sorvolando l'impianto di cattura senza fermarsi.
In conclusione, si auspica che la Regione Lombardia e la Provincia di Bergamo, unitamente alla famiglia Anesa, confermino il loro interesse nel portare avanti questo progetto per ottenere un quadro completo dei movimenti migratori che avvengono attraverso le Prealpi bergamasche, per valutare nel corso degli anni la percentuale di giovani presenti rispetto agli adulti ed eventuali fluttuazioni delle popolazioni, per confrontare la qualità delle catture effettuate mediante reti mist-nets e richiami acustici con i dati raccolti negli anni in cui sono state utilizzate reti a tramaglio e richiami vivi ed infine per conservare attivo quest'impianto tradizionale. È soltanto attraverso questi studi che si possono ottenere informazioni precise e dettagliate sulla dinamica delle popolazioni e quindi procedere ad una loro gestione razionale in termini quantitativi e qualitativi.



Autunno al Roccolo Ganda


RINGRAZIAMENTI

L'eterogeneità di provenienza delle persone che hanno preso parte all'attività e le difficoltà di comunicazione e linguaggio sono state abilmente superate grazie alla collaborazione attiva di tutti, consentendo di creare un ottimo spirito di gruppo fondamentale per la buona riuscita della ricerca. Un doveroso ringraziamento va alla famiglia Anesa per aver messo a nostra disposizione il Roccolo Ganda e per averci consentito di proseguire il lavoro interrotto in quel triste febbraio 2003 ed in particolare a Silvia e Cristian per le ore trascorse insieme. Si ringrazia inoltre Vittorio Vigorita, U.O. Pianif. Faunistica e Venatoria Regione Lombardia per il suo impegno nel sostenere l'organizzazione dell'Osservatorio Ornitologico "Daniele Anesa". Ed infine l'ultimo pensiero non può che essere per Daniele, la cui assenza si è fatta sentire molto di più di quanto potessi immaginare sia sul piano pratico che su quello umano: è mancato il Direttore d'orchestra ma soprattutto è mancato l'Amico.


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SUMMARY

Roccolo Ganda (45°47'N 09°48'E), Aviatico, Bergamo (northern Italy) was founded about 1750 and its structure respects the traditional structure of the Roccoli in Bergamo's area. In particular its position is favourable to catch birds in migration. In fact the Roccolo Ganda is situated at the head of the Seriana Valley at the heigh of about 1100 metres along the route of birds migrating from the north-east: the birds are channeled by the valley towards the Roccolo and then pass over the mountains just behind the structure to continue their migration. So sometimes it was possible to catch large migrating flocks of different species.
A "Roccolo" is a traditional structure of the Bergamo area of Lombardy (North-Italy), used to capture birds during their migration in autumn. Historical records indicate that the people of the area have captured migrating birds since the Middle Ages using various methods, but the earliest records of the use of a fixed structure date from the 13th century. The original purpose of the Roccoli was to provide food for the common people, but as they developed from simple structures into more complicated forms, the cost of construction and maintenance resulted in only the rich or the church being able to afford them and they became used only for hunting and to provide entertainment for their owners. With the industrial revolution, the development of roads, railways etc. caused changes in the general way of life and the Roccoli became used mainly for the capture of birds that could then be used to lure a higher numbers of birds by hunters.
To capture birds in the Roccoli required skill, experience and a good knowledge of bird song and behaviour. These skills were traditionally passed from the one generation to the next and in Lombardy the skills used in each Roccolo were often slightly different from those used in the next. At the present time only a few Roccoli still operate and much of the traditional knowledge has been lost.
Roccolo Ganda began to work as a ringing station from October 1991 and a total of 97.371 birds of 87 species were ringed during 1991/2002. During the 2004 the research was supported by the Regione Lombardia and the Provincia of Bergamo and realized by the Gruppo Inanellamento Limicoli (G.I.L., Napoli). The main aims of project are:
- to monitor the autumn migration and passage populations;
- to define the seasonal migratory patterns of different species of migrants;
- to investigate the geographical origin of the birds which migrate through the Alps and identify the different populations involved;
- to analyse the physical conditions of birds;
- to estimate the age ratio of the most representative species.
The study has been based on continuous and standardized mist-netting and tape luring. The field data were collected from 27 August to 27 November, but often in October the harsh weather conditions forced us to furl the nets. This period covers whole autumn migration period. On capture, the birds ringed with rings of Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (Bologna-Italy). Emphasis will be put on changes in body mass, fat level variation, wing morphology and fat accumulation rates for the migrating birds. During the autumn of 2004 a total of 4108 birds of 56 species were trapped, of which 1734 were Robin, 599 Chaffinches, 396 were Pied Flycatchers, 175 were Blackcaps (see Table 1). All data are on computer and available for analysis. In this report general information on the 9 top species, the timing and intensity of migration, morphology of the migrants are given and some morphometric data and weight changes are examined.
The research was supported in the fieldwork by the students of the University of Naples, volunteers from the Earthwatch Institute and Italian and foreign ornithologists.



Pubblicazione n° 58 del Gruppo Inanellamento Limicoli, Napoli


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