Sintesi resoconto 2013 - Gruppo Inanellamento Limicoli (GIL, Napoli)

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Sintesi resoconto 2013

Ricerche in atto > Migrazione autunnale Allodola

Studio sulla migrazione autunnale dell'Allodola in Campania: sintesi dei dati autunno 2013

Gruppo Inanellamento Limicoli (G.I.L., Napoli)
Federazione Italiana della Caccia - Ufficio Avifauna Migratoria


Il monitoraggio della migrazione autunnale dell’Allodola, effettuato in collaborazione con l’Ufficio Avifauna Migratoria della Federazione italiana della Caccia, giunge con l’autunno 2013 al suo IV anno d’indagine. La ricerca, condotta con una metodologia standardizzata sempre nella stessa località sita sul litorale domitio nel comune di Mondragone (Caserta), è iniziata il 1 ottobre e, come ogni anno, è proseguita ininterrottamente fino al 10 novembre, escludendo tre giorni durante i quali le pessime condizioni meteorologiche non hanno consentito l’apertura delle reti. Nel corso di questo periodo sono stati catturati ed inanellati con anelli dell’ISPRA 1.152 allodole, superando la soglia delle 100 catture solo in tre giornate (122 il 15 ottobre, 187 il 20 e 109 il 26). Nella figura 1 è mostrato l‘andamento delle catture su base giornaliera. Dal grafico si evidenzia un modesto passaggio di migratori tra il 3 ed il 5 ottobre in concomitanza di venti provenienti dai quadranti settentrionali e perlopiù compresi tra 46° e 90°, cioè da ENE, a cui ha poi fatto seguito un netto calo delle presenze per l’arrivo di una perturbazione caratterizzata da venti moderati dai quadranti meridionali. Una consistente ondata di migratori è stata rilevata soltanto a partire dal giorno 13 ed ha raggiunto il suo apice il 15; quindi vi è stato un rapido ma breve calo delle catture a cui sono seguiti intensi movimenti migratori che hanno fatto registrare il picco massimo delle catture il giorno 20 con 187 allodole inanellate ed in cui è caduta la data mediana, soltanto un giorno dopo rispetto a quella registrata nello scorso anno, ma tre giorni prima rispetto al 2010 e ben otto rispetto al 2011; successivamente vi è stata ancora una forte diminuzione dei passaggi seguita da un’ultima ondata nei giorni 25-27 ottobre. Le pessime condizioni meteo che si sono succedute dopo questa data e fino al termine della ricerca, caratterizzate prima da nebbia e poi da fortissimi venti provenienti dai quadranti meridionali e da temporali, hanno probabilmente influenzato il passaggio dei migratori e, di conseguenza, si è drasticamente ridotto il numero di individui inanellati. In base alla distribuzione temporale delle catture il 15 ottobre è terminato il primo quartile ed il 26 il terzo quartile: tra queste due date è risultato compreso il periodo principale della migrazione durante il quale è rimasta costante la presenza di venti provenienti dai quadranti settentrionali, in particolare da ENE.

Nella figura 2 la distribuzione delle catture è organizzata per decade; la percentuale più alta è stata ottenuta nella seconda decade (45,4% con 523 inanellati) ma un elevato numero di inanellati (426) è concentrato anche nella terza (37%). Questo andamento ricalca in parte quello dello scorso anno in cui nella seconda decade fu registrata la percentuale più elevata di catture (55,7% con 1.169 inanellati) sebbene un discreto numero fu ottenuto anche nella prima (19% con 399 inanellati). Dalla tabella 1 si rileva che i numeri ottenuti si discostano in modo evidente da quelli registrati nel 2010 e nel 2011, risultati invece abbastanza simili tra loro anche se con differenti percentuali, in quanto i valori più elevati sono stati riscontrati nella terza decade di ottobre, rispettivamente con il 73% (1.142 inanellati) ed il 51,7% (750 inanellati); in precedenza, nell’autunno 2006 il maggior numero di inanellati è stato ottenuto nella seconda decade di ottobre, mentre nell’autunno 2007 le catture raggiunsero il valore più alto nella terza decade con un incremento costante.


 

OTT 1

OTT 2

OTT 3

NOV 1

TOT

2006

421

566

494

81

1.562

2007

322

419

589

173

1.503

2010

34

201

1.142

193

1.570

2011

77

335

750

269

1.431

2012

399

1.169

300

231

2.099

2013

114

523

426

89

1.152

 

1.367

3.213

3.701

1.036

9.317

Tabella 1. Numero di inanellati per decade (dati 2006 e 2007 da Scebba 2009).

Dall’analisi dei dati raccolti in questi sei anni e riportati in tabella si rileva che per gli anni 2006, 2007, 2010 e 2012 il numero di catture può essere considerato costante, mentre nel 2011 e soprattutto nel 2013 vi sono state delle flessioni. Occorre infatti considerare che diversi fattori possono influenzare l’andamento dei flussi migratori e quindi quello delle catture, soprattutto le condizioni meteorologiche ed in particolare la direzione e l’intensità del vento che si verificano non solo nell’area di studio ma soprattutto nelle zone da cui provengono i migratori o che devono attraversare. Va infatti osservato che condizioni climatiche favorevoli o, al contrario, la presenza di venti molto forti anche in una sola giornata di intensi passaggi, possono decisamente influenzare il numero delle catture (soprattutto per le condizioni delle reti) e questo può spiegare le modeste differenze che si riscontrano da un anno all’altro. In particolare va precisato che nell’autunno 2011 le condizioni meteorologiche sono risultate molto instabili per buona parte del periodo di attività, mentre nel 2013 l’alta pressione presente su tutta l’area balcanica potrebbe essersi opposta all’avanzata delle perturbazioni atlantiche, costrette ad agire ad ovest della Penisola, ritardando in questo modo  il passaggio di tutti i migratori che provengono dall’Europa centro-orientale.  Anche se sul lungo periodo è possibile osservare delle naturali fluttuazioni delle catture, il maggior numero è concentrato nella terza decade di ottobre con una media di 617 individui (d.s. ±299); la seconda decade, pur presentando nel 2012 un picco elevato di 1.169 individui, ha una minore importanza sul lungo periodo (media 535, d.s. ±337). Nella prima decade di novembre le catture tendono poi a diminuire. Un analogo andamento, anche se rilevato con una metodologia differente basata su punti di osservazione, è riportato per il litorale laziale (De Vita e Biondi 2013).

La standardizzata attività di cattura con cui viene condotta la ricerca consente di monitorare la sex-ratio durante la migrazione autunnale, così come è richiesto dal “Management Plan for Skylark 2007–2009” della Commissione Europea (Petersen 2007). Sulla base delle misure proposte da Scebba (2009), gli individui catturati sono identificati come maschi se la lunghezza dell’ala risulta maggiore o uguale a 112 mm, femmina se è invece minore o uguale a 109 mm. Il campione ottenuto nel 2013 risulta quindi composto per il 3,7% (43 uccelli) da soggetti non sessati, per il 32,8% (378) da maschi e per il 63,5% (731) da femmine. Se la sex-ratio viene calcolata solo sul numero di individui di cui è stato stabilito il sesso, risulta un rapporto di 34:66 (maschi:femmine) che, seppure inferiore a quello calcolato per il 2012 (26:74), resta comunque più alto rispetto al 2011 (43:57) ed al 2010 (41:59), nonché dei valori ottenuti nei dieci anni del progetto “Alauda 2000” (Scebba 2009). Ciò conferma la maggiore predisposizione delle femmine ad intraprendere movimenti migratori, almeno per quanto riguarda le popolazioni che migrano lungo il litorale sud-tirrenico.
Nella figura 3 viene riportata la fenologia della migrazione basata sulle percentuali di maschi e femmine catturati, inanellati e sessati nel 2013. Oltre ad essere costituito da un maggior numero di femmine, il campione ottenuto, come avvenuto in tutti gli anni precedenti, è stato caratterizzato anche da una loro elevata presenza dalle prime fasi della migrazione fino al termine della seconda decade di ottobre; invece, a partire dall’inizio della terza decade è il passaggio dei maschi che è risultato più sostenuto rimanendo tale fino alla conclusione dell’attività di cattura.
In base alla distribuzione temporale delle catture la data mediana è caduta il 20 ottobre per quanto riguarda le femmine ed il 21 ottobre per i maschi; il primo quartile è terminato, rispettivamente, il 14 ed il 19 ottobre, ed il terzo quartile il 25 ed il 26 ottobre. Il periodo principale della migrazione, che include il 50% degli uccelli catturati, è quindi ricaduto tra il 14 ed il 25 ottobre per le femmine e tra il 19 ed il 26 ottobre per i maschi. Se la sex-ratio viene calcolata per decade, sempre prendendo in esame campioni che includono solo gli individui di cui è stato stabilito il sesso, si evidenzia ancora più chiaramente la presenza di una migrazione differenziale tra i due sessi. Risulta infatti un costante decremento della percentuale di femmine man mano che la migrazione procede: dall’83% ottenuto nella prima decade di ottobre si passa al 71,5% nella seconda, quindi al 56,9% nella terza ed infine si arriva al 54,5% nella prima decade di novembre.
Nella tabella 2 vengono riportate le percentuali ed il numero di individui, separati per sesso, inclusi nelle diverse classi di grasso, calcolate nei quattro anni di studio. Le percentuali di allodole che non presentano depositi di grasso visibili (classe 0) risultano in tutti gli anni molto basse in quanto il monitoraggio viene effettuato su uccelli in migrazione, ma nel 2013 risultano aumentate arrivando per i maschi al 2,9% e per le femmine al 4,7%. Anche le percentuali dei soggetti inclusi nelle classi 1 e 2, cioè con depositi di grasso molto ridotti, presentano un notevole incremento in questa quarta stagione raggiungendo per i maschi il 38,7% e per le femmine il 53,7%. Come diretta conseguenza di questo aumento di soggetti magri, si registra per entrambi i sessi una forte diminuzione di quelli inclusi nelle classi di grasso 3-4 e 5-6, cioè degli individui in migrazione verso aree di svernamento molto più meridionali che necessitano di depositi adiposi abbondanti. È interessante osservare che le femmine, come negli anni precedenti, hanno presentato depositi adiposi più ridotti rispetto a quelli dei maschi.

Tabella 2. Distribuzione delle allodole nelle classi di grasso, separate per sesso.

 

Autunno 2010

Autunno 2011

Autunno 2012

Autunno 2013

Classi di
grasso

♂♂
N
%

♀♀
N
%

♂♂
N
%

♀♀
N
%

♂♂
N
%

♀♀
N
%

♂♂
N
%

♀♀
N
%

0

2
0,3

5
0,6

10
1,7

14
1,8

2
0,6

9
0,9

11
2,9

34
4,7

1 - 2

162
26,4

297
33,7

86
14,4

203
25,7

96
26,2

370
35,4

145
38,7

391
53,7

3 - 4

388
63,3

524
59,5

331
55,5

445
56,5

232
63,4

602
57,5

191
50,9

276
37,9

5 - 6

61
10,0

55
6,2

169
28,4

126
16

36
9,8

65
6,2

28
7,5

27
3,7

Totale

613

881

596

788

366

1.046

375

728

Se viene esaminato il campione ottenuto in ciascuna stagione, senza dividerlo per classi di sesso, si rileva che nei primi tre anni le percentuali di uccelli con ridotte riserve di grasso (classi 0, 1 e 2) sono rimaste abbastanza costanti o, almeno, non hanno mostrato variazioni importanti (30,9% nel 2010, 22,7% nel 2011 e 34,1% nel 2012), mentre nel 2013 la percentuale di soggetti magri ha fatto registrare un netto incremento raggiungendo il 53%. Questa elevata presenza di allodole con scarsi depositi adiposi potrebbe avere una correlazione con la diminuzione del numero di uccelli inanellati durante tutto il periodo di attività, che è risultato il più basso tra quelli ottenuti negli anni 2006-2007 e 2010-2013. Occorre inoltre precisare che nelle quattro decadi del 2013 l’andamento giornaliero delle catture è quasi sempre stato di modesta intensità (Figura 1) e le diverse ondate di uccelli che si sono succedute non hanno mai raggiunto i numeri registrati negli anni precedenti, seppure da un anno all’altro questi siano stati ottenuti in decadi differenti. Inoltre i dati riportati in tabella 1 evidenziano che sia nella prima decade di ottobre che in quella di novembre il totale dei soggetti inanellati è stato particolarmente basso, mentre negli anni precedenti, oltre ad un numero molto elevato di inanellati concentrato in una delle tre decadi di ottobre, consistenti catture sono state effettuate anche nelle altre decadi.

Questa evidente diminuzione del numero di inanellati sembrerebbe non essere stata influenzata in modo chiaro dalle condizioni meteorologiche rilevate nell’area di studio, rimaste abbastanza favorevoli per la migrazione durante quasi tutta la seconda e la terza decade di ottobre. Sono state infatti caratterizzate da venti deboli provenienti dai quadranti settentrionali (soprattutto da ENE), da una temperatura media per decade intorno ai 16°C e da assenza di pioggia; solo l’umidità media è risultata molto alta variando in queste due decadi dall’89,7% al 94,3%, addirittura con presenza di nebbia in alcune giornate.
È invece possibile ritenere che le condizioni climatiche generali, caratterizzate da un ottobre decisamente caldo sull’Europa meridionale e parte di quella centrale, ovviamente anche sull’Italia, siano state un fattore determinante; in particolare, fatta eccezione per una singola irruzione artica, le temperature sono risultate quasi sempre sopra le medie del periodo (praticamente estive al Sud per diversi giorni). Questa situazione è confermata dai dati della NOAA che riportano evidenti anomalie termiche positive nelle ultime due decadi di ottobre sul comparto europeo centro-meridionale, non solamente per quanto riguarda le temperature a livello del mare, ma anche su quelle alle medie altitudini con medie superiori a quelle del periodo, anche di 5°C. Si tratta di valori notevoli se si considera che sono mediati su oltre 15 giorni e riferiti a temperature in atmosfera libera a 1500m. Si sono distinti due noccioli particolarmente caldi, uno sul Mediterraneo occidentale e l’altro sui Balcani, che hanno evidenziato un pressochè costante pompaggio di aria calda nord africana alle medie latitudini; inoltre l’alta pressione ha mantenuto la sua salda posizione sulla Penisola balcanica, Romania, Egeo e Mediterraneo orientale, favorendo bel tempo con prevalenza di cieli sereni o poco nuvolosi. Queste inconsuete condizioni potrebbero aver spinto i migratori a seguire rotte differenti e/o averne ritardato il passaggio. Va infatti segnalato che da informazioni raccolte, anche altre specie, come ad esempio il Tordo bottaccio e la Beccaccia, sono transitate in numero ridotto o hanno fatto registrare consistenti passaggi dopo la seconda metà di novembre; in particolare è interessante segnalare il passaggio nella Piana del Volturno, in cui ricade anche l’impianto di cattura, di una forte ondata di allodole alla fine della seconda decade di novembre, protrattosi per alcuni giorni (Piai com.pers.). Questo flusso di uccelli, piuttosto anomalo per l’area in questo periodo, potrebbe almeno in parte rappresentare quella percentuale venuta a mancare nel corso del periodo di studio.

Bibliografia
De Vita, S. e Biondi, M. (2013) L’Allodola Alauda arvensis: migrazione post riproduttiva in un’area campione del centro Italia (1985-2010). Ucc. d’Italia 38: 82 – 84.
Petersen, B.S. (2007) Management Plan for Skylark (Alauda arvensis
) 2007–2009. Office for Official Publications of the European Communities, Luxembourg.
Scebba, S. (2009) Rapporto “Alauda 2000”.
Indagine sulla migrazione autunnale nella Piana del Volturno (Caserta) in base all’attività di inanellamento: autunno 1998 – 2007. Studio Lito Clap, Bergamo.

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